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2010, la musica e il pianoforte di Lady Gaga

 
ladygaga
 
Gli anni 2000 sono stati per la musica un’imparagonabile terra di nessuno.

 

A seguito di un panorama artistico che, per decenni, ha mutato pelle ad ogni lustro, la musica del  primo decimo di secolo è rimasta, figlia del proprio tempo, ferma in un limbo di stagnante anonimato. L’anno 2009 ha portato via con sé un gigante, Michael Jackson, quasi a sopprimere  la speranza che il talento musicale, un tempo incantatore del mondo,  nelle sue diverse forme,  possa mai più ritornare. La creatività sembra ormai leggenda, la discografia un malato terminale: cosa ne sarà di noi?

L’alba del nuovo decennio riserva però una sorpresa: da New York arriva all’assalto del mondo una ragazza, le cui capacità provocano un crescendo di stupore che quasi tende all’incredulità: la signorina canta (benissimo), suona il pianoforte ed è compositrice per altri artisti, oltre che per sé stessa. Lady Gaga è il suo nome, e c’è da rimanere sconvolti. Dopo anni e anni di convenzionali cornici musicali, utilizzate macchinalmente per l’immissione di nuove figure nel mondo dello spettacolo, ecco apparire un’artista che, ospite dei maggiori show televisivi statunitensi, apre le sue performance accompagnandosi con il solo pianoforte, reinterpretando canzoni i cui diritti sono stati acquistati da multinazionali, per i propri spot televisivi. Bastano questi pochi e semplici segnali per far intendere che una rivoluzione è in corso, e che questa ragazza – pardon, Signora – ne è ai vertici, capace com’è di far dimenticare in un istante i decenni passati, dall’era di Carole King.

E’ dunque l’ennesimo colpo di coda, quello a cui stiamo assistendo? No, è di più. Basta accendere la radio, o sintonizzarsi sui canali televisivi musicali per accorgersi che il fenomeno è capillare e non superficiale: nel mondo della musica è in corso una lenta successione, con una nuova generazione di artisti che non hanno paura di osare, di imprimere nel loro lavoro un’originalità e soprattutto una freschezza che sono frutto di ricerca e che (queste sì) sembravano sparite dalla circolazione da almeno quindici anni. Bisogna però dire le cose fino in fondo: è l’industria discografica che sta osando, scegliendo di puntare su personalità che probabilmente osavano già da qualche tempo. E’ comunque anche questo un segno dei tempi, e non necessariamente da interpretare come bieca e cinica linea di mercato. La discografia mondiale è in questi giorni riunita alla grande fiera del Midem di Cannes e, le voci che stanno trapelando rivelano sia le cause, sia le conseguenze future del cambiamento in corso. Le nuove tecnologie hanno avuto effetti imprevedibili, stanno causando la rapida scomparsa dell’industria discografica, a cui gli artisti stanno rispondendo accentuando la propria unicità e il proprio spessore. Tutto ciò in preparazione di un futuro in cui, verosimilmente, sempre meno saranno le tendenze di massa, e sempre più la diversità e la capillarità delle proposte musicali.

 

Enrico De Zottis

 

articolo originariamente pubblicato su Flipmagazine.eu

 

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