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Di polline e petali

Di polline come fosse neve,
di polline sono piene le strade
e di petali e fiori
a tratti
su viale Nettuno,
a tratti
anche di verdi foglie
strappate agli alberi dal vento.
 
E  Francavilla al Mare
respira salsedine
in un giorno di maggio
con il vento,
il vento che spoglia,
violenta i rami,
 spara
scintille di sale
sugli alberi del viale.
 
Di polline e petali
sino alla stazione
con il monumento
ai caduti del mare
che guarda dalla rotonda
sin verso la Sirena.
 
Ed io
sorseggio in macchina
uno spettacolo
che racconto la sera,
io
che poeta non sono
ma raccatto emozioni
sul viale
di Francavilla al Mare.

L'attimo rubato

 
 
Empatiche note
come maliarde sirene
rapiscono l’attenzione
incorporee al sentire altrui
si stampano nella mente
istanti di luce e miele
poi più niente.

Le parole che non vollero morire

il nostro amore era appena morto ma le parole erano ancora vive
gelide, senza alcun timore si rivoltarono contro l’assassino
danzando sulle lenzuola intonarono un osceno canto da osteria

parole come piombo fuso che scendendo nella gola bruciò
gli ultimi spasimi di piacere rimasti sulla pelle, brividi di superficie
mentre nel profondo dell’anima il cuore salmodiava il mio dolore

l’amore morì, a parole ancora vive
 

Vengo da me

Del resto vivo di me.E il contorno non è che brilli di gioia.E poi, che ne sai se già non mi illumini di immenso...? Di vento accartocciata e di lama fesa non sono un salume, eh.Nè briciole lascio al mio cammino. Mi invento storie, ci sbatto l'anima, e poi inciprio il naso...queste polveri mi faranno venire una rinite!Buagh...
Ma che ne so io di un campo di grano, so a malapena contare i vagabondi fiori del mio cortile(a chiamarlo giardino non porgerei reverenza alle regge).Uno due tre..dieci cento passi. Passa e troneggia questa stranezza di vagar controvento. Com'è che mi stai dietro? Forse mi vuoi fare lo sgambetto.Ah coso! Non vedi che galleggio? Cose da capogiro...
Ritenta e. sarai più fortunato!

Omaggio a Ezio

Pies: scusate, sto imparando...

un cuore sempre più libero

Abbandonarsi al calore dei sensi,
come un’edera dietro le mura
che guarda del suo verde le arie
e la continuità di un silenzio che aspetta
brividi a muovere le carni.
Mi viene addosso un cuore sempre più libero
di sperare, sempre più esposto agli scavi
d’istinto,
un cuore uguale a grano maturo che è fuoco
a cui affidarsi.
Odoro il piacere che stordisce le piane
di pelle chiara e liscia
e mi commuovo alla voce tua tra le lenzuola,
che mi invita a farmi villaggio di nuvole
dove gli occhi innaffiano dolcezza.

Anteprima - Titolo e copertina nuova antologia dei soci

 
a cura di Ferdinando Giordano [Gil]

che ne pensate? vi piace?

Il vago errando

Dal detto catanese:
"Unni a gghiri jennu?"
Io qui mi domando:
"Dove devo andare andando?"
Ebbene, signori miei,
io così vado...
... e(p)pure errando.
Perché dell'errare
io porto il verbo
e in un senso
e nell'altro.

Alexis
13.05.2010

Non sequitur

In ogni scritto, caro Ferdinando, abbiamo delle parole intenzionali, quelle che dobbiamo respirare appieno perché lì è lo spirito dell'autore, e altre non-intenzionali, ma messe perché andava colmato un apparente vuoto, sia questo costituito da un legame sintattico o anche da un percorso logico che si riteneva di dover seguire. Ebbene, come la vedo io, tralasciare queste seconde parole non solo non danneggia il lavoro ma addirittura lo amplifica proprio attraverso quei silenzi che le tolte parole riescono a creare.
(ormedelcaos)
 
 
Ossignore e chi me lo doveva dire che io, adesso
-proprio adesso che pure gli ormoni fanno le bizze e il cuore batte a mille e il respiro s'affanna e non ho tempo, non ho mai tempo adesso-
chi me lo doveva dire, dicevo
-ma a chi dicevo, a chi? a quante persone corrispondono questi pixel, e a quali e io dove sono se sono loro e se non sono, sono? me la sono e me la canto, io-
dicevo qualcosa? cosa dicevo?
- dicevi: chi me lo doveva dire.
ah si, ecco: chi me lo doveva dire adesso che bisogna riprendere in mano, riprendere in mano tutto ciò che non è o che è o insomma, giù di lì, riprendere in mano tutto e...
 
...comprimere tutto l'universo in una palla 
E farlo rotolare verso una domanda che opprime......
 
ah, lasciati andare lasciati andare: respira, respira e canta.
lo senti? lo senti?
 
...allora andiamo tu ed io...
 
perché se io ci sono, ed è un'ipotesi non verificata, allora forse anche tu ci sei.
e se c'è un noi c'è amore. e questa è una parola intenzionale l'unica parola intenzionale. il resto è contorno, specchio, riflesso di riflesso. il resto è silenzio. e zitta sto.

(a orme, a gil, a tutti)

Ninna nanna tutta d'un fiato

non credere sia vero,
non sei diventato saggio
e’ che non hai il coraggio
di essere sincero

così copri le spalle
parlando di esperienza
ma in fondo hai capito
che è solo la coscienza

dei limiti  del tempo
di voglia di lottare
di battere la sorte
sapendo ancora amare

la vita anche se spesso
ti ha preso per il culo
soprattutto adesso
che sbatti contro il muro

del tempo per finire
quello che hai iniziato
prima di veder morire
il giorno e senza fiato

addormentarti stanco
di aver mostrato il fianco
alla vita gran puttana
che solleva la sottana
 

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