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Canti unnici

Cosa ne dici
degli oleandri tagliati di fresco
cosa ne dici
della sorpresa delle madri sventrate
fu lavoro fatto con cura
tutta la steppa ne applaudì
non cantarono le foglie
come le trombe a Gerico
ma il vento ci disse il suo
orgoglio.

Da Sabina

Hice un solo desafinado con las cenizas del amor
las verbenas del pasado cangrenan el corazón.
Acórtate la falda nueva despiértate al oscurecer
túmbate al sol cuando llueva no desordenes mi taller
Tiramisú de limón helado de aguardiente
muñequita de salón tanguita de serpiente.

De madrugada y por la puerta de servicios
me pasabas el hachís
al borde del precipicio jugábamos a Thelma y Louise
Pero esta noche estrena libertad un preso
desde que no eres mi juez.

Tu vudú ya pincha en hueso, tu saque se enredó en red.
Tiramisu de limón helado de aguardiente
puritana de salón tanguita de serpiente.

Dónde crees que vas qué te parece que soy
no mires atrás que ya no estoy.
Pero dónde crees que vas qué te parece que soy
si miras atrás mañana es hoy.

Dónde crees que vas qué te parece que soy
puede que quizás luego sea hoy.
Nena dónde crees que vas que te parece que soy
no mires atrás que ya me voy.
Que sepas que el final no empieza hoy
para amable concesion a Sabina gracias hoy...

Chat

 
Chat
mon chat doux
mon chat roux
tes yeux clairs
ton mystère
la nuit qui te vole
l’aube qui te rend
à ma main
cui te caresse.
Chat
mon chat
mon chat paresseux
mon chat patient

Vita serrata

Il turbine che ti fece gli occhi
mulinava colori a dismisura.
 
Similmente l’ocra della sabbia
venne sulla tua pelle a tinta

Prime burrasche

Agli appuntamenti d’ amore
per l’arsura, correvo tremante
ghiotto di profumi inebrianti, contatti
frenetici eccitanti.
Della bruna gli occhi nocciola
spiritati, ingordi di novizi maschi
odorosa d’ intimi bagnati, palpitanti.
Della rossa, color gatto i capelli
con efelidi graziose dappertutto
capezzoli lampone maturo e
le cosce candide, lunghe, sode.
La silenziosa, timida, introversa
che metteva nastri bianchi
alle lunghe trecce brune, a
frustar l’aria per si o no piccosi
dalle braccia avvolgere si lasciava
e puntava decisa, il pube indagatore
contro il mio, da tanto tempo teso
Zazzera, dalla frangetta nera
mi portava via. La figlia di Valsugana
creola si diceva, la più bella del rione
di lei l’incarnato scuro, i lineamenti
fieri, il cipiglio vibrante come vento maestro.
Diventavamo due febbricitanti, nei mutui vezzi
là dove l’eccitazione vuole la frenesia
e abbandonarci poi come in eliso.

In Poesia o Prosa

 

Il verbo, fila e reca movimento facendolo epidermicamente avvertire, al lettore, fin nella sua bocca. (ormedelcaos)

tag: tema settimanale, entro il 22 p.v.

Incubo

Dovrei smettere di non fumare. Mi fa malissimo, sto velocemente andando incontro ad una mutazione genetica: mi sto trasformando in un orrendo, viscido, antipaticissimo “bravo ragazzo”. Eppure ho tutte le mie brave tacche sul calcio della Colt! Evidentemente ho perso l’ultimo duello, la pistola si è inceppata, ho capitolato. Ora di notte, tra una litigata con la tastiera e una ricerca affannosa di un qualcosa che possa sostituire anche se lontanamente una sana Marlboro, scrivo. Le uniche spire di fumo che aleggiano nella stanza non sono quelle di sigaretta…Cazzo! Sto tornando involontariamente un ragazzaccio di strada. Non lo dirò più, prometto. Dovrei smettere di non fumare. Mi fa malissimo.

Gran Via de Madrid

Si sbelicano di luci
efelidi di folla
la polpa di adamitica polvere
nelle umide sere dei magi
è calda questa polla
di caos calura lojura
evade mia canzone
da lordura
e da altura eremitica
come un lorca rinato
dalla cura della Storia
nello struscio agorafobo
ti bacio ti calmo
col mio mantra di carne
mi perlita de labuan, rebelle
allo sterco di trono ed altare
mio rosario di allegro martirio
corsara di cuore e di pelle
guernica dove piove la gioia.

Luna tu

Bugiarda è la luna mi dissi
ma al mio sguardo non mentì mai.

Ha accompagnato i tuoi sogni
che nei miei pensieri
s'immergono e fondono.

Nelle mie ore e nelle tue verità
complice amara che t'ha veduta
distante e ora a me accanto.

Devota e perenne nel suo corteggiare
così lei guardando ch'io non possa
dimenticarti mai.

Atlantis

Come fai?

Non premia l'inasprirsi di parola, come il controllo della voce.
Mentre Io sciolgo e coloro i miei gesti e le mie grida
TU
difendi quel tuo luogo primigino
quel cuscino imbrattato di sfoglie di pizzo,
ma come fai a rimbalzare in piedi senza cadere?
Non senti un'eradicazione della voglia
una lenta di mano con tanto di marchio a fuoco
come una firma con scritto:-You've been raded-
e suvvia, prossimo imbroglio, gente da cambiare!
Vieni incinto di caldi abbracci deviati dall'incostanza
tua definizione di vita nell'ombra di luci sparse
fu la rimanenza di un bacio da polvere estratto
Non sai che divertimento quel tuo gioco a rincorrere
il premio di una notte sparso fra le carni gentili...
Di certo so che nulla puoi sentire con le braccia dell'anima,
ciò che si prende dalla culla di quattro mani,
ciò che ti fa percepire un vita che batte
anche solo avvicinandoti allo stomaco...
Chissà se mai rimpiangerai il dono che avevo preservato per Te...
non hai voluto il mio scrigno di desideri, la forza che mi spingeva da Te
e ora non sai che fartene di quelle labbra lasciate fin troppo a esiccare.
 

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