Scritto da © Michele Caccamo - Sab, 23/04/2011 - 13:56
al pari del mio corpo
muovi con lentezza le braccia
come fossi una lampada nell’aria
o ancora più in là l’origine
la luce che ci fa entrambi vivi
eccoti a rifarlo santa croce detergente
a chiamare la mia bocca intatta
a guardare i nostri stessi baci
e a momenti la nascita e la morte
eccoti con il petto brillante
che ci nascono a sette i cieli
come a una fanciulla di gioia
io non sposto la mia mano
e in effetti mi fermo
davanti alle tue ginocchia
come avessi ancora un desiderio
in qualche altro punto dell’intelletto
così ti lodo mio bellissimo amore
per la tua animalità di donna
come non sapessi comprendere altro
né davvero il tuo cuore
tu mi toccherai
anche se la fronte
o non di meno le mani
senza che altro accada
con lo stesso movimento di un’armatura
inedito
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