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Le ragazze del Centro Elaborazione Dati del CAP

Una ventina di giorni fa, contrariamente alle mie abitudini, mi sono recato a vedere una collettiva di pittori e ceramisti, che si teneva in una chiesetta sconsacrata a Spresiano. Ero curioso di vedere le opere di una Signora, vicina di casa, e quindi, dato che non mi considero un esperto del ramo mi ha accompagnato uno che se ne intende: infatti questa persona è un curatore di mostre di pittura, scultura e arte varia.
Mentre “l’esperto” mi illustrava le varie opere esposte, ho incrociato una bella Signora che mi guardava come se mi conoscesse ma non ne fosse sicura. Altro giro tra i quadri e ci troviamo faccia a faccia. Mi riguarda e mi dice: “scusa ma non sei Arsetta … Consorzio Agrario?” La “squadro” per bene e le rispondo: “si, ma tu chi sei”? Però un attimo prima che lei si presentasse la mia mente rapidamente aveva elaborato. “Tu sei la Bruna”. Abbiamo sorriso e ci siamo abbracciati.
Come sono strane le situazioni; incontrare una persona che non vedevo dal 1978 in un luogo che usualmente non frequento. 
Cominciammo a parlare a ruota libera come se, invece di essere trascorsi 35 anni, fossero passati pochi giorni e, ci raccontammo, ovviamente per sommi capi, quello che ci era successo in questi lunghissimi anni passati. Le parlai di Francesco, di Aurora e le sue poesie e del libro che avevo scritto. “Devi farmelo avere assolutamente, mio marito ha lo studio vicino allo stadio Tenni ed io lavoro con lui”. Così ci mettemmo d’accordo e sono andato a trovarla:.  ho conosciuto il marito e uno dei suoi figli.
A me ritrovare “vecchi” colleghi fa piacere. Quando poi noti che c’è ancora dell’affetto significa
che ti sei comportato bene e hai lasciato un bel ricordo.
Quando mi metto a cercare divento un po’ “maniaco”. Mi sono fatto dare il numero di telefono di un’altra ragazza dell’epoca, di cui avevo una vecchia foto e non sapevo come recapitarla, e l’ho chiamata.
Ileana, questo è il suo nome, mi ha subito riconosciuto al telefono. Le ho raccontato sommariamente dell’incontro con la Bruna, sua ottima amica, e mi ha detto: “incontriamoci, così oltre a chiacchierare un poco, mi dai il tuo libro e uno di Aurora”. Ci siamo visti in Piazza dei Signori, alcuni giorni dopo.
E’ stato bello parlare del passato; dei tempi trascorsi assieme, dei ragazzi e ragazze del Ced e della Contabilità del Consorzio Agrario. Erano gli anni settanta. Molto, ma molto lontani da quelli attuali, ma la tecnologia esisteva lo stesso e i dati si elaboravano anche se ci voleva un sacco di tempo per fare le stampe delle fatture, o il calcolo degli stipendi o qualsiasi altro lavoro aziendale.
Io ero entrato nel loro mondo nel Settembre del 1973, dopo un sommario corso di programmazione fatto a Roma.
Eravamo tutti quanti molto più semplici, con meno mezzi a disposizione, ma sicuramente, anche se il lavoro era sodo, con meno stress. Un mondo più semplice e più bello. Non c’era stata ancora la cosiddetta rivoluzione femminista e, le ragazze pensavano di trovare un discreto partito per mettere su famiglia.
A casa ho rivisto nella mia mente il back flash di quei tempi. Lo stanzone dove era ubicato il grosso calcolatore. Renato, chiamato il Tega, che caricava sul lettore schede su schede perforate dalle ragazze, che qualche volta si inceppavano e … Ciccio Rossi, il bonario capo, che fermava tutto se i conti squadravano di una lira, le ragazze che perforavano e verificavano tutti i documenti che arrivavano dalla periferia.
La Nelly, soggetto strano, facile alla lite sia con loro che con noi, ne era la capa. Poi la Bruna, ragazza semplice, piuttosto carina, solare e la Terry, sempre intenta a picchiare sulla tastiera e a ruminare gomma americana, se non sbaglio, che provvedevano alla verifica numerica di quello che perforavano le altre: La Fosca, che muoveva continuamente le labbra per discutere con qualcuna, ma non mollando mai il lavoro, la Renata di cui sicuramente un figlio ha tutt’ora un grande successo nel basket, la sofisticata Franca, la timida Graziella, la giovanissima  e vivace Carletta, la calma Annarosa. La Giuliana dal viso di bambola di porcellana che rivedo spesso nel rito settimanale della spesa al supermercato. Chiudo con l’ultima arrivata: l’Ambra: ragazza alta, dal fisico di modella, amante del tennis; ora si dedica allo zumba zumba che penso sia una specie di ballo da palestra. Tutte queste ragazze racchiuse in poco spazio e in preda al rumore infernale delle macchine da perforazione e del grandissimo calcolatore elettronico. Non era facile gestirle anche se a dir il vero le liti erano tutte made in Nelly. Comunque Renato ed io stavamo bonariamente attenti che tutto filasse dritto anche se onestamente, escluse le sfuriate delle Nelly, non ce n’era bisogna. Picchiavano e picchiavano sui tasti per otto ore, magari parlando tra loro ma producevano molto lavoro. Erano quasi tutte originarie dalla zona San Trovaso e Preganziol,  essendo economo e potente uomo della organizzazione consortile il Cav. Schiavinato, originario da quelle zone, a cui spettavano molte scelte del personale.
Con l’avanzare della tecnologia l’input dei dati è cambiato e velocizzato. Quindi molte se ne sono andate entro il 1978 anche perché avevano messo su famiglia ed erano in dolce attesa e, la Direzione non vedeva di buon occhio questo stato di cose. Pensava sempre ai costi. Purtroppo le ragazze quando restano incinte diventano un “peso” per l’Azienda anche nel 2013, figuriamoci a quei tempi. Le ultime a lasciare  sono state la Carletta, la Graziella vittima innocente di una ristrutturazione aziendale. Solo la Terry è arrivata, ovviamente cambiando vari lavori, sino all’età della pensione.
La Ileana. non era precisamente al Ced, ma all’ufficio codifica documenti, quindi in stretto contatto con noi. Sicuramente la più estroversa del gruppo.
Mia intenzione, oltre che tenere i contatti  é di ricostituire, almeno per una serata, tutte queste “belle” persone.. Non una rimpatriata ma, una riunione di vecchi amici che malgrado i tanti anni trascorsi, da quel che ho potuto constatare, hanno dentro di sé un vero senso d’ amicizia e d’ affetto.
 
 

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