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Povera Salomè

SAlomè di A. Iurilli Duhamel

Sono in molti a credere che la danza dei sette veli sia la danza che Salome danzò per il suo patrigno Erode in cambio della testa di  Giovanni il Battista,  come è stato scritto nella Bibbia (Matteo 14:6-11 e Marco 6:21-28.), anche se nella bibbia la danza dei sette veli non è esplicitamente pronunziata, il nome apparirà la prima volta stampata nella brochure relativa alla rappresentazione " Salomè" di Oscar Wilde.
 
La danza dei sette veli non è semplicemente una danza sessuale medio-orientale; secondo testi antecedenti la Bibbia,  si tratta di una danza sacra, tutt’altro che associata ad una o più femmes fatales, che velo dopo velo concludevano la danza con l’esibizione della propria nudità.

Secondo miti sumerici e babilonesi è un rituale  collegato al culto della dea Inanna( sumera) , e Ishtar (babilonese ). La danza attiene  al culto dei misteri, alla discesa iniziatica nel mondo sotterraneo, dove sette cancelli dovevano
essere superati prima di giungere alla nuova luce. Ad ogni cancello la divinità cedeva uno dei gioielli di cui era adorna, simboleggiando una resa parziale della propria regalità.

Isthar affronta la discesa nel buio adornata nella sua magnificenza e splendore, entra nella caverna che la conduce al reame del mondo sotterraneo, e vi incontrerà sette muri e sette cancelli:

 Al primo cancello si toglie la corona.
 Al secondo la collana con la stella ad otto punte.
Al terzo il braccialetto d’oro e di lapislazuli.
Al quarto le scarpe .
Al quinto il velo.
Al sesto il resto degli abiti.
Al settimo il resto di ogni adornamento.
 
Dunque la discesa di Inanna è una  metafora di iniziazione ai misteri di morte e rinascita  attraverso un viaggio che poi sarà comune a moltissime tradizioni esoteriche di lì a venire, e lo svelamento, a sua volta,  indicherà la perdita di uno strato di illusione  nel raggiungimento di una maggiore profondità spirituale.

E’ interessante vedere come la Bibbia si sia servita di modelli, riti e miti antichi degradandoli per adattarli alle sue  nuove gerarchie del potere e ai nuovi stati di coscienza collettiva.
 
Nella Bibbia assistiamo ad una banalizzazione e, ad conseguente profanizzazione di un mito antichissimo, che guarda caso consta della trasformazione di sacerdotesse sacre in prostitute, a totale detrimento della pienezza dell’identità del femminile e della sua coscienza.
 
Fu così che  le  grandi dee del passato assieme alle loro   sacerdotesse si trasformarono  nell’immaginario collettivo patriarcale, in prostitute più o meno velate, sollazzatrici da streap- tease, dimenticando che i sette veli si riferiscono anche a: Sogni, Ragione, Passione, Benedizione, Coraggio e Compassione citando Oscar Wilde.
 
Povera Salome!

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