scavalca i secoli.
Dolcissima lava che rasenta l’apollineo.
E lo infetta
Ai margini della città della luce.
Epifania dello scandalo.
Eufemismi ed ospedali hanno recluso l’inaudito;
non è dicibile, non è rispettabile
il grado zero, l’esposizione alla notte.
Solo nella penombra
canta la cacofonia delle mille endiadi,
delle tetre creme di bellezza di Persefone
la cerea regina degli inferi
I brani della carne di Dioniso
lasciati ai lupi e ai cianobatteri.
In questa tundra di rimasugli di ossa
scarnificate,
testi poetici dei mangiatori di morte,
ci si sente pronti
al balzo evolutivo,
rifiuti del presente,
adatti al cambiamento catastrofico,
ell’èskaton della specie.
Professionisti degli interstizi
e fratelli delle blatte notturne.
Trasfigurazione in desolante
kènosis.
Avalokitesvara, che rinunci all’estinzione,
per ascoltare il dolore del mondo,
non te l’aspettavi quest’abbondanza di catrame,
di liquame fuoriuscito dalla koinè senza tramonto,
dal gracidio ecumenico che occulta il Silenzio.
- Blog di Ezio Falcomer
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