Scritto da © Ezio Falcomer - Dom, 15/04/2012 - 14:30
Danzano fra coriandoli di ammoniaca
le fate del trapasso
si nutrono dell’ombra della notte
stridono i gangli della mano meccanica
che arpiona gole di predestinati
a placare gli dei.
I fiori all’imbrunire depongono
l’oro che rese immortale l'istante loro
canta sordo il contorto verme;
... s'imbratta
nella torba del paradosso che brucia
le reni e le tempie
e ferma l’onda del pianto
ai bordi di un' urna discreta,
canopo di anima urlante.
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