Scritto da © concorso anonimo - Mar, 06/05/2014 - 08:54
Intrecciava le fibre di lisca insieme ai suoi pensieri - quando e da quanto gli sguardi passavano oltre? - la corda prendeva forma dalla rabbia delle sue dita, si allungava nell'incrocio e nella torsione, come gli si torceva il ventre nello spasmo - quando e da quanto s'era plasmata l'Idea?- i rumori intorno non turbavano il suo silenzio, un turbinio dei sensi, uno scorrere lento dei ricordi, e le fibre che cambiavano il fulcro stracciando l'anima dalle sue mani - quando e da quanto si era mutato il tempo? - l'immagine di altri intrecci di fiori di campo, di vesti aperte tra i fusti di mais dai racemi gonfi e maturi, il cielo sopra, e poi sotto, e il desiderio che squarciava in estasi - quando e da quanto la fede era scomparsa dalle sue mani? - il velo e il sorriso, le promesse solenni, il per sempre che suonava congiunto all'eco dell'organo, e la vita a trottare colma di doveri e mancanze, il rito dei fiori quando occorreva, se occorreva, il bacio sul collo - quando e da quanto la sua pelle fioriva altrove? - metteva foga in quel costruire e ricostruire, per non perdere il tratto, e fu pronta, forgiata di sensi, natura matura, a scorrere come frusta sui palmi, ne tastò il vigore e la forza, poi scelse il posto, s'arrampicò a braccia tenendola arrotolata sui fianchi, sedette sul ramo, quello più grosso e sporgente, compose il nodo e preparò la collana, fissò l'altro capo - quando e da quanto era diventato invisibile? - e si rispose 'ora' lanciandosi al suolo...
Compensazione
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