Scritto da © Eleonora Callegari - Lun, 05/09/2016 - 20:09
Nel fresco nitore
dell'aurora settembrina
il sole entra con passo deciso
frantumando le dighe fumose
della notte che dissolve
in petali di silenzio.
Nasce occulto
dal folto delle rame
un canto
delicata sordina
sulle spire di bitume
sepolcri del passato.
L'istante rivela
cose inanimate
vestigia d'umanità
... Il mio spirito
beve gocce d'infinito
e s'attarda con la Musa
per sentieri di versi
mentre passa la fenice
... Giunge una pezza di turchino
rompe la città il tacito cristallo
con molesti rombi
risacca fastidiosa
tedio di una falsa felicità.
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