Eroi senza superpoteri | [catpath] | GheppRoovj | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • Gloria Fiorani
  • Antonio Spagnuolo
  • Gianluca Ceccato
  • Mariagrazia
  • Domenico Puleo

Eroi senza superpoteri

Una sera come mille altre, sono sulla strada per tornare a casa dopo una giornata di lavoro. Devo fare la spesa, mi dico guardandomi nello specchietto retrovisore. Che so, magari fissandomi negli occhi capisco che la situazione è grave. Non posso più accettare l'immagine desolata del frigo in completo stato di abbandono anche questa sera. Decido quindi di fermarmi in un ipermercato che passo tutte le sere ma che non sono solito frequentare. Un po' a fatica (sono abituato ad un altro supermercato) mi divincolo tra le corsie della frutta, dei freschi, delle salse e via in picchiata tra i biscotti, la carne e il pesce. Attenzione agli occhi, si capisce se è fresco. Puntatina nei salumi e giù, fino al pane, l'acqua e un po' di sane schifezze anti dieta. Mi diverto a fare le gare da solo con il carrello. Mi prendono sempre per cretino. Capatina tra i libri e finalmente in cassa. Fila decisamente accettabile, la cassiera è veloce e chi mi precede pure.
"Sono 2 sacchetti, ecco la mia carta di credito". Speriamo funzioni questa volta.
"Ha i punti?"
"No, grazie"

"Arrivederci e buona serata"
"Grazie mille" risponde lei sorpresa della mia considerazione. Spesso ci si dimentica che dietro una cassa, c'è una persona. Mi dirigo verso l'uscita e noto una bambina piangere disperata in mezzo all'enorme piazzetta d'ingresso. Mi si stringe il cuore vederla lì, sola, in un flusso di persone che le girano distrattamente attorno.
Per cui torno indietro e mi fermo di fronte a lei per tentare di confortarla. Mi ci siedo davanti mantenendo un contatto visivo alla sua altezza, cercando di metterla a proprio agio, distraendola dal suo immenso dolore. Attratta la sua attenzione mi faccio dire il nome della mamma e in men che non si dica, grazie alla cassiera, finalmente mettiamo fine a questo inutile e interminabile strazio, sia per lei che per la mamma. Fatto anche questo, esco.

Comincia a piovere ed ovviamente la macchina l'ho parcheggiata in culo ai lupi. Chissà perchè si dice così. Sarà che il culo dei lupi è difficile da prendere, per cui sembra che ci voglia molto per raggiungerlo? Sta di fatto che vengono giù gocce da 1 kg l'una. Carico la macchina, sistemo il carrello, recupero il mio euro e via. Seguo le indicazioni per l'uscita ma rientro per errore nel parcheggio. Ripasso davanti l'ingresso e noto un vecchietto che a fatica riesce a tenere in equilibrio la sua bicicletta carica di spesa. Lo passo, avanzo di 10 metri. Mi fermo, torno indietro. Scendo e mi avvicino a lui.
"Vuole che le dia una mano?" mentre sia io che lui ci inondiamo di acqua.
"Grazie, grazie" non dice altro.
"Facciamo così, io le carico la spesa e lei mi fa strada con la bicicletta fino a casa, va bene?"

"Grazie, grazie". Ok grazie, speriamo abbia capito. Sto povero uomo è in bicicletta non abiterà certo a 50 chilometri da qui.
Lo seguo lentamente, mentre lui fa le sue pedalate a fatica sotto un diluvio universale. Ogni tanto gesticola cercando di farmi capire qualcosa ma non riesco a decifrarlo. Lo seguo. Dopo 10 minuti arriviamo a casa sua. Non accenna a smettere. Scendo e scarico la sua spesa vicino al cancello.
"Ha bisogno che gliela porti di sopra?"

"No angelo mio, grazie, grazie" credo stia piangendo ma non si capisce, talmente infierisce l'acqua sul nostro volto. "La saluto" salto in macchina e ingrano la marcia. Vediamo se riesco ad arrivare a casa questa sera. Mi rimetto in carreggiata, direzione casa. Il tergicristalli sta fumando talmente ha preso velocità. Viene giù tanta di quell'acqua che credo non ci sia bisogno di annaffiare le piante per almeno 1 mese. Sono fermo al semaforo e ascolto la musica.
Mi cadono delle gocce dai capelli che cerco di recuperare, pettinandoli verso l'alto. Sta per scattare il verde mentre vedo uno con lo scooter che fa un dritto da paura alla curva, andando a finire nel fosso che c'è al di là della strada. Non ci posso credere. Accosto senza pensarci due volte. Questa volta prendo l'ombrello e mi dirigo verso il malcapitato. Lo vedo in piedi che prende a calci lo scooter, inveendogli contro. Cerco di calmarlo ma vedo che non si è fatto niente. Glielo chiedo per cortesia e lui mi risponde mandandomi a quel paese. Lo saluto, giro i tacchi e ritorno senza alcun problema in macchina. Giuro, non mi fermo più. Chiudo gli occhi piuttosto, ma tiro dritto. Ho una fame che non so se reggo un'altra avventura e poi, mi scappa una pisciata tremenda.
Arrivo a casa. Scarico la spesa e finalmente sulla porta di casa comincio a gustarmi una bella doccia calda, la minestra ed un libro. Relax modello nonna ma ci sta alla grande questa sera. Sto per infilare la chiave nella serratura quando mi attaccano alle spalle. "Buonasera, come andiamo?" Non ho il coraggio di voltarmi. Ho riconosciuto la voce della signora Concetta, la mia vicina. "Ma ha visto che acqua questa sera?"
"Sì signora, ha visto quanta?"
"E' il diluvio universale, non so se ci salveremo questa volta"
"Certo che ci salveremo signora, non si preoccupi"

"Eee ricordo nel Polesine nel '51..."

"Mi scusi conci, ho fretta e devo interr..."

"..abitavo lungo la strada che porta da Ceregnano a Rovigo e..."
"Scusi, non ho tempo di parlare adesso, magari dopo..."

"..e la nostra casa era un po' sotto il ciglio della strada"

Non ce la faccio più: "devo pisciare signora concettaaaaaa"

"Oh mi scusi, magari lei non ha tempo adesso, la sto disturbando come sempre..."
Ma noooo, non dire così. Mi spiace quando mi dice così. Dannazione.
"Mi dia qualche minuto, mi sistemo e poi vengo a bere il caffè da lei, va bene?"

"Si, grazie. Quanto è gentile lei. Meno male che ci sono ancora dei giovinotti come lei. Eeee se ci fosse ancora il mio Gustavo..." La abbandono ai suoi ricordi e corro a pisciare. Aaaaaaa. Mi dispiace, capisco che sia sola ma vorrei anche avere una mia serata in santa pace. Il mio libro. Faccio la doccia, mangio la minestra e per il libro, vedremo più tardi. Busso. "Eccomi signora, allora ci beviamo questo caffe?" Entro in un buco nero che mi riporta finalmente al '51, l'anno dell'alluvione del Polesine. "Allora, dicevamo..." come se quella storia non me l'avesse mai raccontata. Sarà la decima volta che la ascolto ma cosa ci devo fare, è dura la vita degli eroi, gli eroi senza superpoteri.

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 3 utenti e 7071 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • Ardoval
  • Antonio.T.
  • LaScapigliata