Scritto da © Ezio Falcomer - Dom, 18/03/2018 - 14:20
Eccomi qui. Ancora un altro oro
in bocca al mattino.
Tasto il mio polso per sapere
se oggi trovo Dio.
Qualcosa mi dice che le discrepanze
fra illusione e realtà sono irrilevanti.
Tiro su col naso il mio moccio
e mi concentro sulla problematica.
Mi gratto una natica
e strizzo una tetta alla sorte.
Faccio la mia parte
nel tenere un libro mastro
e arranco per raggiungere la sera.
Ma quanta quanta la gente che spera
in un'altra occasione.
Metto fra le ruote il bastone
e rido di me. Rido,
non sono in pace ma rido. E scrivo
come atto ieratico e lunatico,
Scrivo, con un fare burocratico
ma anche invasato quel tanto
da ricoprire il ruolo di vate romantico.
in bocca al mattino.
Tasto il mio polso per sapere
se oggi trovo Dio.
Qualcosa mi dice che le discrepanze
fra illusione e realtà sono irrilevanti.
Tiro su col naso il mio moccio
e mi concentro sulla problematica.
Mi gratto una natica
e strizzo una tetta alla sorte.
Faccio la mia parte
nel tenere un libro mastro
e arranco per raggiungere la sera.
Ma quanta quanta la gente che spera
in un'altra occasione.
Metto fra le ruote il bastone
e rido di me. Rido,
non sono in pace ma rido. E scrivo
come atto ieratico e lunatico,
Scrivo, con un fare burocratico
ma anche invasato quel tanto
da ricoprire il ruolo di vate romantico.
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