I Ching all'alba

Vento in guerra con la persiana,

notte che muore ad avida alba
novembrina.
Così il tempo miete mutamenti.

 

Cosa resta di me?
Questa viscera tesa
fra stomaco e reni,
urlo ghiacciato.
Questa visione:
impermanenza e abbandono.

 

Fotogrammi del passato,
uno spettacolo finito.

 

Possente Shiva
del polline e della distruzione,
sonata per archi del Senza Nome 
che sorprende e schioda
gli sprovveduti
da ogni comoda acquisita posizione.

 

Sunyatà Ku Vacuità
sotto la cresta d'ogni onda,
un frastuono d'oceano,
ricettacolo di nuove configurazioni.

 

Cosa mi scardina ogni mattina
verso indagini di rotaie, vie,
cappuccini e stoviglie secche
come claque,
flash di nuovo giorno
nuove allegorie?

 

Tutto sa di metafora;
di che?

Morire ad ogni ieri.

 

Il futuro; una lista di preferenze,
un menù mentale
inevaso, disatteso.

 

Indeterminazione quantica.
Rock di demistificazione.