Scritto da © ferdinandocelinio - Mer, 11/04/2018 - 14:28
Come nel cammino
centenario della tartaruga
mi muovo lentamente
dentro flore estese,
tra la rotta meravigliata
degl'occhi
e l'inverosimile perché.
Non ho più nulla della pianta,
perché ho uno sguardo calloso,
un andamento privo di strutture.
Tra me e il resto c'è un contatto infantile,
ma saggio, profonfo.
L'altro inteso come il mistero che mi circonda-
il gambo della pianta,
il frutto,
la voce di un vecchio,
una vacca abbattuta
che muove il campanaccio-
e nel mio sfiorare questa sacralità terrosa
sono quasi sempre incredulo di esistere,
come dentro un Eden nel deserto dell'Essere,
che tu pensi sia un miraggio,
ma lo tocchi,
lo percepisci,
con lo stupore sulle dita.
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