Di un vecchio a 90 gradi che attraversa le strisce pedonali

Ciò che amo è il prato non scritto 
quello che rimane nel caos, Pitcairn senza nessuna distinzione 
per legge termodinamica-ovvio-di mortalità 

 

Di quello conservo memoria e molta me ne sfugge 
tesori d’erba e candele nel sole di dicembre 
libellule e more che appesantiscono un ramo 

 

A pulire tutto si fa fatica come portarsi dietro 
le lancette e la successione esatta degli eventi 
impossibile non bruciare la nave che mi ha portato 
fatica inutile che nessuno prende sulle spalle 
perché nessuno conosce questo tipo di potenza 
di conservare intatta la forza nel decadimento 
-L’io sempre uguale di fronte un altro sé contento- 

 

l’idea del progredire e dominare 
non è spettacolo 
né germina emulazione 
la voglia di starle dietro ad ammansire il ferro 

 

Questo invece è innegabile 
la metallurgia del tempo riduce i piani quinquennali 
ad un istante 

 

Ah il lavoro della spalla a 90 gradi mi è più congeniale 
la sua rieducazione ha volumi di battaglie 
che non necessitano d’essere comprese 
diffusa è l’espiazione del soldato 
il suo non essere è paragonabile alla fuga in un rifugio 
umido e fangoso buco di guerre tra scorpioni 

 

Diffusa è la sapienza d’operaio 
Il Capitale è stato scritto in un formicaio 
mentre tutto sembrava naturale 
gli uomini ne rubarono il significato 
quando uno qualsiasi dei manuali di potere 
sarebbe bastato 
un machiavello intendo per prendere 
il palazzo d’inverno e saccheggiarlo 

 

Come potrei farne succo e metterlo a confronto? 
Scoprire che dentro ci bivacca l’orco è una sciagura 
Com’è che non capisci? 
E che il suo seme si prenderà ogni cosa? 
Perché nell’esploso di ruggine e uomo 
tutto funziona perfettamente 
persino Abele si fida ancora di suo fratello 
-della\sulla parola ovviamente- 

 

cripaf