Due tempi per una donna in verde su un manifesto

1-Questione di crepe e tenuta di colla-

 

Non avere anima accomuna a cose

ed io amo la nudità accecante
il corpo a corpo senza infingimenti

 

-PVC adorato...sogno di rame!-

 

il miracolo della spiritualità in un trac trac
e quel rinforzo d' innamorato così e così
lo sguardo perso in un mondo non mio

 

io adoro perdermi in vite non mie
un giorno che mi sono perso
ero in un cartello pubblicitario
la trascendenza a un passo dall'asfalto

 

la trascendenza non perdona
chi si mette dalla parte del senso
e vuole una faccia da gitano
per infilare le mani e cercare... cercare

 

sapete?

 

passa un tram talvolta e saluta
passa un secolo seduto in un tram ed io l'ascolto
ha lo sguardo di ragazza che invecchia in un istante
occhi verdi crash di marmo
e carne che si sfalda tra le mani

 

dopo tutto cercarsi in un' immagine non è semplice
la questione dei sorrisi fa trasecolare
come se lo spirito si coprisse di perle imputridendo

 

ed infine....

sì, anche lì s'infila il vento e sbatte e raschia
in fondo è solo questione di crepe e tenuta di colla
dura pochi giorni un sorriso orizzontale
poi soltanto resta appeso
verticale

 

 

2-In controvento-

 

L’antifurto è pronto, maledetti ladri

sì ma su via Re David due hanno tamponato
e un’altra auto si è bloccata in curva
brutti presagi sulla pelle però le lauree vanno a gonfie vele
ci si laurea ancora col gessato e la gonna di percalle
poi si va al Bar dell’angolo e lì ci sono io
verso le due a bermi il caffè con l’acqua liscia

 

A quell’ora
la superficie è identica ai quadri metafisici
strana l’inversione d’anima
dovrei essere statua tendere all’essenza della piazza
senza soffermarmi sui particolari della pubblicità
invece, la donna col turbante verde
domani o questa sera non ci sarà più

 

Avrei voglia di rivolgermi ad un dio
per fermare le mani che rubano i suoi occhi
o quanto meno mi promettesse di deporla
sul marciapiede
strappandolo alla fragilità di carta appesa

 

-Ci fosse solo questo ad appesantire il passo
non una consapevolezza di metafora vivente
che fa soltanto male a vedere controvento-