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I found my way

Nota d' introduzione

 

Scrissi questa storia nell’ottobre 2003, e quanto leggete e` una storia vera che ho trascritto dalle rivelazioni agghiaccianti, con alcune debite modifiche necessarie a creare l’ansia createsi nell’animo di Marilu`, una infermiera con cui divenni amico alcuni mesi prima e che viveva allora in Springfield nello stato dell’Illinois, USA. Naturalmente mi sono preso alcune liberta`, usando nomi fittizi e muovendo la scena in Australia, ma il filo conduttore e` rimasto invariato.

Quando conobbi Marilu` era ancora una giovane donna, ed alquanto piacente, Aveva una origine Espana, la quale e` abbastanza comune negli Stati Uniti.

Sin dalla nostra prima conversazione notai come Marilu` fosse dotata di una buona intelligenza, la trovai loquace, e a volte molto pungente, particolarmente qualora toccavo il tasto dei rapporti amorosi con il sesso opposto. Sentii subito che in lei esisteva qualche cosa innaturale e questo fatto mi incuriosi` tanto di cercare di entrare nelle sue confidenze, con il massimo tatto possibile, ed in questo modo farmi raccontare la ragione di tale innaturale avversione verso il sesso opposto.

Fu alcuni mesi piu` tardi, sebbene ora non ricordo come verammente avenne, che spontaneamente diede inizio alle sue rivelazioni. Riccordo che in quei giorni avevo letto  un fatto di cronaca avvennuto da poco e di come le cronache parlavano di quanto sucesse ad una ragazza americana, violentata con un atto incestuale dal fratello e forse anche il padre. Notai la sua iniziale esitazione a voler parlare apertamentamente di questo fatto di cronaca. Mi accorsi che forse avevo fatto un passo sbagliato, poiche` la sentii raggelarsi ed incupirsi. Con molta pazienza cercai di rassicurarla della mia onesta`. Poi venne a me, come un fulmine a ciel sereno, ed alla fine mi disse, “Sapesti quante ragazze vengono violentate continuamente e vengono curate nel nostro ospedale per i danni che hanno sofferto per incesti e violenza carnale. Posso assicurarti che al pronto soccorso questo e` un fatto abbstanza comune. Ora dammi un minuto, nel quale possa trarre un grande sospiro, prima che ti  racconti quanto avvenne a me in gioventu`.”

Quanto leggete qui di seguito in questa storia, non e` null’altro di quanto ,a grossi tratti, avvenne a Marilu`.  

 

I FOUND MY WAY

(Finalmente ho trovato la  mia via)

By Carlo Gabbi - ottobre 2003

 

Quella notte, ritornai a casa piu` tardi del solito.Ero esausta per la lunga giornata di lavoro. Il mio appartamento era buio a parte una fievole luce notturna lasciata accesa nella camera di mia figlia, e quella misera luce la vedevo dilungarsi in ombre strane nel cortile sottostante.

Improvvisamente, attraverso i vetri della finestra, apparve la silhouette di un uomo ed udii pure rumori e pianti.

Intravvidi l’ombra di quell’uomo sovrastare al di sopra del letto di mia figlia...Ne fui terozzizata...poi entro` in me, dal mio subcosciente l’altra visione, che da anni mi tormentava con il suo apparire, terrorizandomi.

Quella era una visione di violenza, che mai mi lascio`, sin da quella notte... la notte in cui mio padre venne nella mia camera.

Entrai in casa allarmata, lasciando cadere il capotto sul pavimento dell’ingresso, e selvaggiamente, a pugni chiusi, corsi terrorizzata verso la camera di mia figlia, per poter proteggere la mia bimba dall’assalto di  quell’uomo depravato.

Poi, quando fui piu` vicina, realizzai che era Mark, mio marito. Disse che aveva udito Annie piangere, ed era venuto per rincuorarla da quei sogni di incubo.

***

 

La notte in cui mio padre mi molesto` e un ricordo che e` rimasto indelibile nel mio pensiero.

Posso affermare che contrariamente all’opinione del Dottor Donalson, il mio psichiatra, sento che mai potro` ripredermi da quello shock e nuovamente poter sentirmi sicura. Ancor oggi, dopo che molti anni sono trascorsi da quel fatto di abuso carnale, qualora un uomo mi si avvicina troppo, senza che esista un motivo evidente, mi sento assaliata da un senso di nausea che fa nascere in me il desiderio di scappare il piu` lontano possibile. Spesso mi viene da pensare che tutti gli uomini siano possessati dall’ignobile desiderio di voler possedere carnalmente quelle donne che incrociano il loro cammino. Potra` mai questo mio pensiero essere unicamente la causa per quanto sucesse a me nel passato?

Damn you Father! Mi auguro che tu ti trovi ora nel piu` profondo dell’inferno. Mai potro` dimenticare e perdonarti. Dimmi perche` mai hai voluto umiliare in  tal modo? Lo sapevi di  quanto sempre ti abbia amato come figlia. Ero solamente undicenne... e tu arrivasti quella notte... Sentii il tuo fiato emanare l’acre odore di scotch e birra... e mi baciasti con forza sulle labbra...Strillai... ero impaurita...ma tu ben sapevi che nessuno era a casa, sapevi che si era solamente tu ed io... Poi avenne... Mi imprigionasti tra le tue braccia forzute ... sentivo quel tuo desiderio crescere... sentivo il tuo organo ingigantirsi sopra di me... poi mi urlasti oscenita volgari, come fossi una poco di buono... continuando a ripetermi,“Quietati ora... ti insegnero` tutto!”

Ed avenne la fine, brutale, in quel modo. Mi sentii distrutta, rotta, dilaniata nel corpo e nello spirito.. Quello fu il modo che tu prendesti la mia verginita. Ti odio. Si` lo grido ad alta voce ai quattro venti. Fosti feroce nella tua cupidicia... Cosi` fu`, come in quella notte, rovinasti la mia vita. Hai distrutto me stessa e la mia capacita` di amare per sempre.

***

“Mom, possiamo parlare? Ho bisogno del tuo aiuto.”

“Non ora Manuelle. Sono molto stanca ed abbisogno di riposo. Ho molto da fare stasera, devo ancora devo completare il rapporto di mercato da consegnare domani al mio direttore generale. E finalmente, devo pure preparare la mia valigia. Lo sai che partiro` presto e rimarro` in Sydney per il resto della settimana, occupatissima nel presentare il nuovo catalogo di prodotti di bellezza nei magazzini Mayer. Ma ricardamelo al mio rientro. Ne riparleremo allora. Sono sicura che potremo risolvere tutti questi tuoi piccoli problemi, Manuelle.”

“Non importa, Mam.”

Quello e` sempre stato il perenne problema di mia madre. Era sempre cosi` occupata che non aveva mai tempo per me, dimenticadosi le sue responsabilita` verso di me e la famiglia. Veniva a casa unicamente per un breve riposo nel mentre si trovava tra un viaggio ed un altro.

Per non sentire le mie lamentele usava dirmi, “Sei abbastanza grande ora e puoi essere capace di guardare a te stessa senza alcun aiuto. Alla tua eta` non vi e` piu` bisogno della baglia.”

Durante gli anni precedenti sentivo l’amore di mio padre,  lo vedevo come un essere gentile e pieno di attenzioni per me. In quei giorni era l’unico ad avere cura di me, e posso dire, che prima di quella notte infame, mi sentivo viziata da tutte le sue attenzioni.

Poi Mam, incomincio` a stare lontana da casa per lavoro. Lui poveraccio, si sentiva solo ed annoiato, e cosi` prese l’abitudine di andare alla sera in quel vicino hotel che si trovava all’angolo della strada. Si creo` nuovi e molti amici ed anche quelle donne facili che bazzicavano il pub. Quello divenne necessita` per la sua solitudine. Assieme a quei amici casuali sentiva di essere in buona compagnia, divertendosi e bevendo assieme a loro.

Fu da allora, che divenne usuale per lui, ritornare a casa ubriaco, incosciente, inebetito. Era incapace di controllare il suo passo, ed entrava in casa rumorosamente, ed inciampava nei mobili lungo la via. Dalla mia camera, lo sentivo rimostrare come un carettiere, inrompendo entro terribili bestemmie.

 Dopo quella notte di violenza mi sentii sempre piu` impaurita al suo ritorno, sebbene presi l’abitudine di chiudere la porta della mia camera con la chiave. Poi lo udivo stramazzare a terra, rotolandosi rumorosamente. Capivo che era nuovamente insano, sicche` affondavo la mia testa sotto il cuscino, mentre le mie ginocchia giungevano a toccarmi il mento, mentre mi mettevo nella posizione fetale. Udivo il raspare dei denti che si arrotavano tra loro, sbattendo rumorosamente, senza che io potessi controllarli.

Da allora in quelle notti, allorche` mio padre ritornava ubriaco, lo sentivo spesso avvicinarsi alla porta della mia camera cercando di aprirla, ma poi, trovandola ben chiusa, rabbiosamente lanciava qualche bestemmia, per poi finalmente, incapace di aprirla, se ne andava sbuffando di rabbia.

Il mattino seguente lo vedevo ritornato normale. Appariva come avesse dimenticato quanto fosse avvenuto la notte precedente, e con me usava il suo usuale modo gioviale nel mentre che mi augurava una buona girornata.     

***

Quando finii le scuole superiori, me ne andai da casa, e dividevo un piccolo appartamento con Lucy, la quale era sempre stata la mia migliore amica, l’unica che poteva comprendermi.

Fu durante quell’ultimo anno scolastico che sentii l’avversione delle altre ragazze verso di me. Realizzai presto che non ero come loro, quella ragazza spensierata e leggera come lo erano la maggioranza di loro. Sicche` fui tenuta in disparte da loro, ed io me stavo volentieri distaccata mantenendo cosi` la mia vita privata. All’inizio di quell’anno rifiutai gli inviti di partecipare a quelle feste dove ragazzi e ragazze si ragruppono nel desiderio di mescolare i loro corpi in quell’unica attivita` che era poi nullaltro che lo scopo della loro vita. Ma per me al pensiero di aver sesso in quel modo meschino mi ripugnava, ed ancor piu`, mi faceva venire la nausea. Come poteva una tale unione dei corpi di sesso diverso procurar loro piacere? Ricordavo il dolore fisico, l’umiliazione spirituale e quella sensazione di essere divenuta una ragazza di quattro soldi additata da tutti.

Quello era il ricordo in me, e non di piacere di certo. Come umanamente potevo descrivere quanto provai quella notte nel sentire mio padre gridarmi selvaggiamente, “Ti insegno tutto ora...” Provai un tale schifo, un abbietto fisico disgusto, ma non basta, sentivo inoltre quel bruciore lancinante all’interno di me.

Quelli erano i pensieri in me per quelle feste, ma che erano capaci a rendere felici i miei coetanei della stessa classe. Li sentivo lodare il piacere dell’alcol che veniva profuso a piene mani, entro grossi bicchieri.

 Rivivevo il passato mentre nell’aria vagava quel dolce-acro odore dell’alcol, che ormai aveva ragiunto il punto di fermentazione, che si mescolava allintorno attraverso il respiro di quei giovani, intenti in quella danza, che li legava corpo a corpo, mentre con apparente piacere si accarezzavano a vicenda i loro genitali.

Era quel pensiero che mi gallopava attorno, richiamando in me il ricordo di lui, mio padre, ubriaco, violento, carnefice della mia gioventu`.

Poiche` non facevo parte alle feste organizzate dai miei compagni di scuola, ben presto mi allontanarono con sarcasmo dalla loro vita, e ancor piu` mi bollarono nello spargere la voce che io ero una ragazza frigida.  

Li udii molte volte mormorare dietro delle mie spalle, e si prendevano gioco di me dicendo che ero troppo snob per far parte del loro club. Poi alla fine, con scherno ridacchiavano di me, ben sapendo che li sentivo. Quello fu il modo in cui vollero punirmi apertamente, facendomi sentire diminuita di fronte al loro cospetto.

Lucy in quei giorni rimase l’unica amica che era cosciente del mio dolore. Sentivo che rispettava i sentimenti che venivano dal mio animo. Mai mi importuno` col chiedermi quali fossero i miei problemi che mi causavano tale tensione.

 Mi chiesi mille volte cosa mai quella gente si aspettava da me? Voleva che me ne andassi in giro a raccontare la meschinita`di mio padre e del modo in cui mi ridusse succube al suo volere maniaco e incestuoso?

***

FINE PRIMA PARTE

 

P.S. segnalatemi se volete pure leggere l’originale versione Inglese. 

 

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