Legno obliquo | Prosa e racconti | IezziGiampiero | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Legno obliquo

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Ho chiesto il rito abbreviato, mi hanno rifiutato lo sconto di pena perchè attenuati generici eventi hanno già sentenziato la mia condanna, pronunciata il 2 agosto 2000. Le indagini iniziano dopo il 16 settembre 1998 e i giudici sin dai primi accertamenti si resero conto della gravità dei fatti, dalle mie precisazioni, le prove erano tutte schiaccianti a mio sfavore, senza immaginare la presunta verità di quel 2 di agosto che, non si può dimenticare "Alzatevi! Entra la corte.Era il massimo della pena, che alla luce oblìa buio da un lapidario giudice, inforca ill suo "duefondidibicchiere", dava lettura della sentenza:"Giampiero è colpevole dei reati ascritti e viene condannato a morte!!".In un attimo cade il mondo immmondo tutto addosso a me e,sono litigi da teatrare, frasi ad abbraccio accentuate con aggettivi pesanti e duri cercano altre frasi con sapore di amore alla vita, per creare amicizia in un ambiente sterile di colloqui alla luce intensa di una candela,che deforma visi e oggetti a grigi di ombre vaghe, che sussultano al sensibile suo sospirare per respirar.
Allora ti chiamo, Signore, dimmi tu quando è che io mi sento poco bene perché anche se ci sto, non me ne accorgo, non ti prendo in giro, mi hanno condannato a morte sulla terra, purtroppo è la vita normale o anormale che sia vivo ai margini dell'accettazione umana, apprezzo questa vita svitata di tutto tra la rabbia e l'incredibile che si compie la condanna della devastazione nervosa in un corpo umano. Nell'attesa posso poetare il mio stato di salute evidente, quando posso poeto dell'amore,però è plastica riciclata alla municipalizzata, che produce emozioni prima tante, poi meno, infine ancor "ameno" per lei, perché tutto va via dalla vita mia, con gioia, per raggiungere il Papa mio. Con battesimo fervente da comunione notiziato, lo incontro per finale vita parallela con la stessa malattia incurabile noviziati da DIO. Ad una vita di stenti papà Giampiero e, ad una vita sacerdotale Papa Giovanni Paolo II. Lui è una realta' veritiera agli occhi di ogni persona, una cara persona che ha conquistato tutti con il suo grande cuore. Un grande cuore costruisce un grande Papa, è il sole della cristianità che si propone alla finestra della vita, destando desideri di bambini privi di un destino, che restano impacchettati tra quattro mura di un orfanotrofio, abbandonati per stanchezza mentale di amore materno, alleviando la loro fantasia privata dell'arcobaleno. Tutti notano il suo sguardo: è uno sparo di fuochi artificiali, un rito di felicità soprannaturale... è il Papa di tutti noi, con un sorriso dona allegria a invalidi affogati in tristi commenti di paranoia a ricordi di noia, di diritti e di doveri, ormai per loro quotidiani problemi giornalieri e consuma le suole delle scarpe dal troppo camminare per far conoscere agli increduli, coltivando nella semplicità la parola di DIO, con il suo pontificato contrassegno di un mosto con un ottimo grado zuccherino e non un acre mostro arso di libidine funesta. Più passa il tempo e più al gusto consegna del buon vino per assaporare il nuovo, rinnovando amore alla vita. Signore, evidente Meteora sulla terra tua, nel tempo che passa, oggi nel 2011, il mondo immondo declina la cristianità .... il Papa è amico di tutti noi che dal cielo ci guarda Beato!!!! Giampiero sopporta una iniqua malattia che, come un topolino gli rosicchia le membra fino al triste epilogo corporale. Lui è un Meteorite che sfrega inutili sentimenti per una vita, poi si apprezza poeta e tratta del mondo interiore rinnovando la sopita cristianità a suo modo ateo combattendo il parkinson pirata che fa i danni per tirocinio come assassino. Per schernire la storia si fa rassegna stampa di poesie con lui parkinson il protagonista del male è in me schiantato sulla terra di Dio. Io effimero speranzoso antagonista invece, sono dagli altri da sopportare in terra quale figura di un Cristo disabile che conduce la quotidianità con il legno obliquo.

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