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mi piace parlare..

Mi piace parlare, e mi piace ascoltare. Mi arricchisco nel sentire gli altri narrare delle proprie storie, ponendomi semplicemente come spettatrice di qualcosa che non ho vissuto ma che mi dia la sensazione della esperienza, che attiri il m...io riflettere su punti di vista diversi da quelli da me esplorati. Questo, per me fa parte del lavoro per aprire la mente, perché “è” un lavoro incessante ed impegnativo. Non giudico, ne in bene e ne in male, nel senso che non mi entusiasmo e nemmeno mi indigno, tuttavia mi piace interagire con chi mi faccia sentire libera di esprimere la mia opinione, che questa venga accettata come il frutto di quello che è la mia persona e filtrata da quelle che sono le “mie” esperienze dirette. Trovo che il non condividere un pensiero non debba essere motivo di scontro, semmai può solo essere ulteriore occasione di confronto, e non trovo che l’essere contraddetti sulle proprie convinzioni sia un denigrare, o peggio, la pretesa di imporre un pensiero sugli altri. Devo dire che mi sono stati molto più utili i dissensi che mi sono stati espressi, mi hanno spinto a vedere a più largo raggio i nuclei reali delle questioni. Apprezzo chi, non trovandosi d’accordo sulle mie idee, me lo esprima, e così mi induca a riaprire e riallestire le mie conclusioni su argomenti, benché già esplorati; vado a cercarmele per riesaminarle sotto la luce diversa che mi venga così fornita, Credo che assecondare o incoraggiare atteggiamenti e azioni a priori , solo in funzione dell’ amicizia e solo per non ferire, non sia “utile” a crescere … in compenso è assai dannoso Credo che le azioni e reazioni di chiunque non debbano essere soggette a correzioni da parte di nessuno al di fuori di chi ne sia il soggetto, e credo che il “rivedere” il tutto richieda essere capaci di estraniarsi da se per osservarle con obiettività. Credo che operare cambiamenti o assumere concetti diversi da quelli che ci eravamo confezionati fino a ieri, non c’entri nulla con la coerenza, semplicemente denoti l’apertura mentale giusta per riconoscere che quello che ci ha formato e accompagnato fino a un momento prima , non sia più nelle nostre corde. Credo che la capacità di accettare questo sia la condizione necessaria per poter accettare gli altri per come sono e credo che per poter fare ciò si debba guardare gli altri senza paragonarsi, perché non esiste chi sia “meglio” o “peggio” di me. Gli altri sono gli altri, e la mia necessità di esprimermi liberamente, sia verbalmente che fisicamente, è la stessa che necessità che si trova negli “altri”. Io stessa non sono altro che uno degli elementi che compone “gli altri” degli Altri.
Buona giornata e tutti!
© Laura Pompeo

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