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L'incontro tra Elena e Paride

<<Elena (prefazione):
"Oh Paride,
vieni a rapire la tua Elena
in un dì senza sole.
Ti aspetto amore mio,
vivrò sotto il tuo incantesimo,
sfiorami con un tocco
le guance
e sarò tua.">>
-La conoscenza-
Paride:
"Ecco s'erge all'orizzonte
un nobil destriero.
Il fiero cavaliere cavalca al tramonto,
dipinge dietro sè
ogni sorta di incantevoli sfumature.
Arriva il suo splendore,
illumina la Grecia possente,
brilla notte e dì
la stella di Paride."
Elena:
"Menelao m'ha tradita anch'oggi.
Non si fa veder da ore ed ore,
io in pena per lui ad aspettar,
finisco per parlar con Luna e Sole,
unici miei compagni."
(Comincia lieve il pianto di Elena, che culla tutta Sparta, che apre ogni cuore.)
"Povere le mie lacrime,
sprecate per un bastardo
che di me
e della nostra terra non si cura.
Ho donato troppa fiducia a questo Mondo,
m'illudevo perfino d'esser felice.
L'ambizione, così pare, opera buona non è."
Paride:
"Destino mio feroce
come hai potuto farmi questo?
Paride il dannato,
ecco come mi chiamano alla mia patria!
Grecia, oh Grecia maestosa,
dimostrami il tuo splendore,
fammi incontrare una delle tue dee."
(Le luci rosee e dorate ben presto s'abbandonan al crepuscolo, che avido, non permette alle stelle di brillare)
Paride:
"Me misero, nemmeno il cielo mi vuol giovare, in questa notte senza luna.
Cavalco ancora, senza meta ne fortuna.
Dove sei, oh Fato mio?"
(Elena affoga tra singhiozzi illuminati dalla fioca luce di una candela e colorati da una bianca rosa spenta.)
Elena:

"Cosa m'aspettavo?

Il mio vacillare, il mio tremare di fronte alla vita, è ridicolo.

Menelao, amarti m'ha ucciso."

(Nella solitudine d'un giardino, Elena libera l'esile anulare dall'anello regalatole dal marito. E con esso libera il suo cuore.)

Elena:
"Libera per sempre, libera di nuovo.
Anima mia, non ti venderò ancora.
Lacrime mie, non sarete versate invano.
Mai più."

(Poggia la candida mano sul gelido marmo e recita in silenzio la preghiera imparata dalla madre, tempo prima. Pronta a gettarsi tra le braccia del lago, Elena sussurra il suo soffuso addio al Mondo, alla vita.)

Paride:
"M'è parso, di vedermi in un riflesso d'occhi altrui.
Non sono il solo
in questo giardino,
sulle rive di questo lago,
non sono il solo.
Chi tedia questo
idillio notturno?"
(Elena, accortasi prima della presenza del bel Paride, nascosta dietro l'albero centenario, sente crescere in sè una strana sensazione.)
Elena:
"Oh Salvatore mio,
hai forse udito la mia preghiera...
Paride?"
Paride:
"Mia dolce dea,
come conosci il mio nome?"
 
Elena:
"Oh Paride,
vieni a rapire la tua Elena
in un dì senza sole.
Ti aspetto amore mio,
vivrò sotto il tuo incantesimo,
sfiorami con un tocco
le guance
e sarò tua."
(Paride, perplesso dalla sapienza della ragazza, non può far altro che ringraziare il Fato d'avergli concesso una così immensa possibilità di ricominciare.)
Paride:
 
"Oh dolce Elena,
ti sfioro questa delicata guancia rosea.
Questo per me è come un giorno senza sole,
come una notte senza luna,
perchè la tua bellezza illumina tanto quanto e forse anche più."   

Caterina Manfrini

 

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