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e smettere di coniugare il condizionale

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Dovrei scrivere le cose così come vengono, come viene il sentimento, senza pentimento, senza lasciarlo filtrare attraverso il cervello, soltanto come il sangue sgocciolando fra le viscere, ma l'emorragia fa male, vero?
Improvvise, affacciata alla finestra della notte, con l'ultima sigaretta del oggi fra le labbra, le parole si schierano ricordando tutte le situazioni belle mai vissute, mangiandosi a boccate tutte quelle incredibili ore che la paura nasconde, questa paura che putefra il desiderio come l'acqua stagnante, la mantiene viva e scivola dentro le mie vene e nutre le mie viscere in ogni battito.
Dovrei smetterla con questo fumo ma il fumo mi appanna e mi protegge, come la nebbia, mi rassicura nei salti mortali delle ore come la rete di sicurezza sotto il trapezio, dondolandomi su e giù, su e giù..., come le scuse alla finta sicurezza dei codardi.
Dovrei scrivere le cose così come vengono, dovrei vivere le emozioni così come vengono, dovrei vivere la vita senza prestiti alla paura, dovrei la notte cullarmi fra gli sbagliati affetti e i veri desideri, e forse dovrei smetterla di coniugare i verbi in condizionale e forse... Imperativo.
 
(testo e immagine. María J. De la Cruz Guerra)

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