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Osso parte 2

Sua madre e suo padre, in realtà erano sua nonna e suo nonno. Erano loro ad occuparsi di lui, ma lui sapeva che in realtà erano loro che non potevano fare a meno di lui. Lui lavorava e portava i soldi a casa. Eppure con i suoi soldi, che si sudava, non poteva comprare nulla, né cibo, né vestiti, né giochi. Ogni tanto teneva qualche moneta per sé, di nascosto, per comprarsi un gelato o le sigarette. Perché Osso cominciò presto a fumare e a bere. Aveva vissuto fino ad ora la sua vita di giocattolo, il giocattolo di due vecchi malati, di due essere malvagi, che non riusciva nemmeno a definire persone. Loro non erano persone, volevano far sentire lui una merda, una schifezza, un animale e ci erano riusciti, purtroppo, a fargli credere che quello a non essere buono era lui, quello che aveva ucciso la mamma, che meritava la vita che faceva. Così Osso iniziò a bere, a fumare erba, per cercare di uscire, almeno nella sua mente e per poco tempo, da quella vita. Ma la gente non capiva, non vedeva, o forse faceva finta di non capire e di non vedere, lo vedevano come un delinquente, uno di quei ragazzini che a 14 anni andava in giro per i bar, marinava la scuola, faceva a botte e rubacchiava.
Lo sai chi sono io adesso Osso? io sono il Mago. Quello che fa il Mago è un segreto, e chi conosce il suo segreto è un privilegiato. I giochi del Mago non vanno svelati. Qui dentro noi siamo amici, e gli amici si proteggono, vero Osso? Non farà male, è solo un gioco.
E invece lui sentiva tanto male, sentiva la carne spaccarsi, sentiva il cuore scoppiare e aveva tanta voglia di piangere, ma Osso non poteva piangere, quando si giocava era proibito farlo. Sarebbero arrivate anche le botte, e lui non ne poteva più delle botte. Il dolore durava poco, dopo Osso si rassegnava e pensava ad altro, ai giochi che non aveva, alla famiglia che sognava, alla città dove avrebbe voluto vivere. Il Mago finiva presto, era un vecchio lacerato dall'alcol, e questo era un bene. Un giorno Osso sarebbe stato libero, lo sapeva, e avrebbe lasciato quella casa.

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