Uno spicchio di cuore

Avrei potuto ribadirlo per scritto che di spicchi di cuore ne erano rimasti pochi.

Più che spicchi una lenta usura macinava quel muscolo, anno dopo anno.

Oh sì, c'era l'amore, un sentimento che lo faceva palpitare, a tratti sembrava un gatto che faceva le fusa. E nel frammento delle stagioni c'erano personaggi che comparivano e scomparivano simili ad attori sulla scena. Protagonisti dei giorni, con i quali il cuore si accompagnava nei mesi, negli anni. Tutti entravano e uscivano da quel muscolo sensibile che forse si dimostrava se non eroico perlomeno generoso.

Ed era nel solfeggio degli attimi, quando le parole passavano da un viso all'altro, confuse nell'intercalare del giorno che il cuore ci metteva del suo. Interrompeva lo svolgersi del razionale e si intrometteva come un arbitro sul ring o come un giocatore con il ruolo di libero in questo campionato che tutti chiamiamo vita.

Quanti match ha dovuto sostenere, quanti visi e quante storie ha incontrato nello sciame del tempo.

C'era la processione degli amici, traiettorie che si incrociavano sui miei passi.

La lenta scomparsa, per alcuni di essi, nel distacco terreno. Per altri l'abbandono della città, il variare di latitudine o semplicemente l'oblio del ricordo.

Vorrei però donare uno spicchio di cuore anche a te che sei qui ad ascoltare queste piccole parole, perché il tempo scorre ma l'amore rimane per sempre.

 

Questo scritto nasce durante una sessione del Laboratorio di Scrittura dell'Unitre di Rivoli, condotto da Maria Mastrocola Dulbecco, sul tema: “Uno spicchio di cuore”.