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per un padre

si chiama luigi
parla poco
e costruisce strade
come i romani
 
ha le mani dure
sa fare la 0 con il bicchiere
e scalpella pietre
 
si fermò una settimana
su di un fazzoletto di strada
e teresa sorrideva sempre
 
si chiama luigi
gambe storte
dice fossero stati i pesi
da capofamiglia tredicenne
non c'ho mai creduto
eppure io le ho diritte
 
donò un anello a teresa
per una vita intera
parlava poco
per questo lo ricordo bene
 
si chiama luigi
è mio padre
e non si guarda più allo specchio
 
-----------------
 
 
ho avuto come padre uno scalpellino
di quelli poveri
senza fregi e bassorilievi
uno di quelli con i calli ad ogni dito
e qualcheduno al cuore
tenace come pochi nel cercare incastri
smussature, angoli di taglio
 
e se trovava quella giusta
profumava d'anice e d'arance
 
ad ogni pietra una carezza
mi ripeteva spesso
ci passeranno asini e cavalli
a consumargli il tratto
fango e letame
ne sporcheranno il viso
 
non conosceva nulla
di Socrate e D'Annunzio
ma aveva mani forti
braccia come aironi
e guardava sempre oltre la siepe
 
l'ho visto piangere
con un sasso tra le mani
poi un colpo, secco
nella venatura giusta
 
----------------
 
Farfalle grigie tra i capelli
il tuo cappello a sogni
sul comodino accanto
e quel sorriso
di chi ha rubato il cioccolato
 
mentre cercavo
di fermare il vento
con le mani, giunte
 
alla fine
 
e forse non capivi
o salutavi

--------------------------

non avevo capito
quante fossero le stelle
fino a che il buio
non mi ha riempito l'aria

 
a goccia batte il tempo
su occhi un po' più soli
 
riflesse nello sguardo
farfalle grigie in volo

-----------------------------------

a piccoli passi
attraverso il silenzio
della tua voce

 
lontano da filari di pietra
che trasudano gelo
su terra vigliacca
rubata ai germogli
 
sereno
 
di un soffio sul viso
ogni  tanto

----------------

certo la voce si strozzava
e il troppo amore
mi raschiava in gola

 
ma avrei voluto salutarti
-e magari anche un sorriso
per non farti andare solo-
 
talvolta è breve il passo
tra ricordo e rimpianto
 
--------------------
 
sei nell'aria
 
nel profumo d'aprile,
tra gli echi d'autunno,
nella salsedine d'estate
che si aggrappa alle ciglia
 
in ogni carezza di vento
-che non si può ricambiare-
 
ogni volta che alzo lo sguardo
 
 
-------
 
 
trasudano le pietre
sui campi di maggese
e il freddo alza la nebbia
tra le stoppie da bruciare
 
la cenere non ha sapore
brucia gli occhi,sporca le mani
ma il gelo penetra
come la notte
come uno schiaffo,
 
andiamo via!
 
pensarti ancora qui
sarebbe ucciderti.        
 
 
 
 
Ciao Papà
 
 
 
 

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