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Siamo tutti latinisti 26°

PLURALIS MAIESTATIS
 
Plurale di maestà. Negli atti ufficiali re e pontefici usano il pronome noi, invece del pronome io, contenitore troppo stretto per la loro augusta autorità. Per motivi opposti, lo usano i giornalisti quando scrivono "noi pensiamo", "noi auspichiamo", e ciò per togliere al discorso ogni inopportuna personalizzazione e presentarlo come pensiero di gruppo, d'una fascia dell'opinione pubblica.
Potremmo chiamarlo "plurale d'umiltà". Il meno umile di tutti, anzi il più sottilmente orgoglioso, è l'uso della terza persona. Giulio Cesare, nel De bèllo gallico, parla di sé in terza persona: "Eòdem die ab exploratòribus Caèsar cèrtior fàctus est hòstes consedisse milia pàssuum ab ipsius càstris òcto"
nel medesimo giorno Cesare fu informato dagli esploratori che i nemici si erano acquartierati a otto miglia dal suo accampamento. Lo scrittore e il generale si sono sdoppiati, il primo racconta le gesta del secondo come se fosse un'altra persona. Sente già che appartiene alla storia e lo tratta con rispettoso distacco.
 

POST SCRIPTUM
 
Terminata la lettera e apposta la firma ci viene in mente che abbiamo dimenticato qualcosa e ci affrettiamo ad aggiungerlo in calce, premettendo la sigla P.S., "post scriptum" dopo lo scritto.
Se il mittente è una donna, questa di solito è la parte più  importante della lettera.
 

PRIMUS INTER PARES
 
Primo tra pari grado, fra uguali. Quando si riunisce un'assemblea per eleggere il presidente, la presidenza provvisoria viene assunta  per le operazioni di voto, dal decano. Gerarchicamente è un pari grado rispetto agli altri membri ma viene scelto"primus" per via dell'anzianità.
 
PROMOVEATUR UT AMOVEATUR
 
Sia promosso affinchè sia rimosso. Un impiegato è un inetto, uno scansafatiche e il capoufficio desidera liberarsene? Siccome è fortemente raccomandato,per accontentare il superiore senza danneggiare l'inferiore si promuove questo di grado e lo si  trasferisce ad altro incarico. Dove troverà un altro capoufficio che cercherà di toglierselo subito dai piedi. Si spiega così la fulmineità di certe carriere!
 

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