Quarantunesimo estratto da "I sonori pazzi rubati dal professor Franco B" il libro grigio di sid liscious | Lingua italiana | sid liscious | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Quarantunesimo estratto da "I sonori pazzi rubati dal professor Franco B" il libro grigio di sid liscious

A volte nei modi sbagliati si ottengono i risultati giusti Zinco.
Mi è capitato in diverse occasioni infatti di fallire completamente un comportamento eppure di ottenerne beneficio massimo lo stesso.
<A me no Finto... io ho sempre pagato gli errori altro che indovinato>.
Una volta stavo andando a casa in motorino dal turno di notte in fabbrica Zinco.
Saranno state le sei e dieci di buia buia mattina invernale.
Pioveva la strada non era illuminata ed il parabrezza del Ciao m'impediva letteralmente di vedere la povera luce del fanale indigente di cui era dotato.
Infilai dunque il fosso lungo la carreggiata Zinco e di precisione.
Scivolai giù di traverso il fianco della scarpatina... percorsi ancora ritto un minimo di corso d'acqua fortunatamente bassa e mi schiantai contro non so cosa Zinco.
Solo che codesto non so cosa era durissimo Zinco.
Una botta stratosferica.
Mi ritrovai contorto fra il manubrio e la sella Zinco dolorante dappertutto... con un fianco che urlava ho male ho malissimo ed il collo piegato in due che potendo si sarebbe messo a chiedere pietà.
Mi sono rialzato di scatto Zinco... in un attimo ho riguadagnato la strada e controllato i danni al mezzo... che peraltro si dimostrarono perfino ininfluenti e mi sono precipitato con immenso sacrificio e trattenendo a stento le lacrime verso casa Zinco.
Mi parve il tragitto di Marco Polo a piedi Zinco... non arrivavo mai ed avevo perfino visioni... però resistetti ed una volta dentro... con mosse da invalido cento per cento e sforzi assurdi... mi preparai una pera abbondante di eroina Zinco e la vasca piena d'acqua bollente Zinco.
Mi iniettai la roba aggiunsi i sali e mi stesi nel liquido accogliente.
Fianco in fiamme Zinco... collo spieghettato Zinco... sofferenza dappertutto Zinco... ma che sollievo Zinco.
Che sollievo...
tra i fumi dei sali e dell'oppio Zinco.
Non ricordo per quanto tempo rimasi lì Zinco... e credo anche avessi voluto non sarei riuscito a muovermi Zinco... bensì alla fine letteralmente strisciando mi asciugai e fra mille tormenti raggiunsi il letto... ove pensai ottimo di farmi un'altra gagliarda pera Zinco... prima di abbandonarmi al sonno ed al chissà Zinco.
<Essendo qui a raccontarmelo ti sei svegliato comunque Finto>.
Mi sono svegliato e non ho detto niente a nessuno Zinco... pensa nemmeno ho in memoria il punto esatto in cui successe il dramma Zinco.
Tanto dolore quello sì ancora presente... fianco nero pari occhio di pugile suonato per quindici riprese... collo che ho impiegato tre mesi nel riportarlo alla normalità... schiena gambe braccia estranee ed inclini al lamento e neanche una ferita sgorgante sangue... a parte i tre buchini minimissimi stesi sopra la loro cara vena... che la mattina di nuovo abbondai... appunto nello specifico caso da ringraziare con enfasi.
<Dici che sei riuscito a sopportare e reagire non per merito della tua tempra o del bagno caldo Finto?>.
E che avrei iniziato a fare un discorso del genere altrimenti Zinco?
Per sport?
 

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