Scritto da © woodenship - Lun, 25/11/2019 - 17:51
Epico il baciarci quando verremo
un poema sarà quando ci riverseremo
in versi recitando un carme a teatro
sulla scena noi attori nella parte
sbilanciati, emozionalmente tesi
ma appassionati.
Chiedesti del tremore delle mani
che ero intento a seguirti, attento alunno
scrivendo sul quaderno del tuo corpo
quanto tu mi dettavi con mugolii.
Screanzato io che, come non mai, con schizzi
ti scarabocchiai sul costato frasi
intriganti oscene di desiderio
d'averti argomento per una tesi:
manzoniana, aperta sulla cattedra
alla pagina perversa offrendoti
di scontare, monaca di Monza, il fio
dei peccati. Ma tu, con "Dei delitti
e delle pene" ti opponevi nuda
per l'eccitazione rossa di seta. Nulla
di male, solo di una tesi, dissi
che l'ascelle esploravo, avrei voluto
come soggetto averti partecipe:
a dimostrare quanto letterariamente si brilli
romantici e tragici, quando si abbia a cadere
ebbri, dopo aver spinto fogli e fogli, in prosa
a sbuffi in foglie profumate tra noi e nelle
vene, infiorate ipotesi da esaltare post mortem
una volta sceneggiati.
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