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quel morir che a tutti spetta

Erano stati sempre lì
a tenersi per mano
i sogni della mia gioventù
ed ora uscivano per sempre
dalla mia vita

non saprei dire il perché
ma il mio vivere
non è mai stato
degno della morte
quel morir che a tutti spetta 
in me non è  mai  fiorito

Non voglio pensare

Dai facciamo l'amore
non voglio pensare che torno da loro
Prendimi subito
fino in fondo
Non voglio pensare ai loro sorrisi
Schiacciami
fammi mancare il respiro
Più forte più forte
fammi scoppiare

Trine di Sogni...

Scioglierò i nodi
che imbrigliano la passione
con corde di seta
frusterò i tuoi sensi
inebriante profumo
sarà la fonte
del desiderio più vero
percorrerò le tue voglie,
come sirena ti avvolgerò
col mio canto d'Amore
ti seguirò scivolare

Velenosi tramonti

No. Dividerò gli anni in buoni e cattivi.
 
Ape regina: Mettiti in fila
Ferro battuto: Penetra la corolla con un dito
Cenere alla cenere.
Morte(vestita con un tulle ricamato di gemiti): Abbassati le mutande e ti risparmierò.
 

Prismi di luce solare

Mesi e giorni in attesa
inutili ellissi da risolvere,
perchè la mia luna non trova un piacimento?
Derisa dal gomitolo di leziose immagini le fiere
correnti, sprovviste di grida
dall'inferno salite a cercarmi
ancora, e ancora, mi scorgono.

Fosso buio

Profondità abissale
Parole ambigue, pungenti
Colpi incessanti, continui
 Inferti con bastoni lunghi e taglienti.
Secchio pieno d’acqua col fondo nero
buttatomi in faccia di notte
così da potermi svegliare
peggio che una pesante razione di botte.

...e andavo come una Locomotiva*

“Non so che viso avesse,
neppure come si chiamava,
Con che voce parlasse,
con quale voce poi cantava…”
 
Sul tavolo, dalla tovaglia di plastica antica
a quadri rossi e bianchi, un cartoccio di fave

Un racconto himalayano

Un tuo bacio

Un tuo bacio ora sarebbe un tuffo nel passato
dove ho dovuto soffocare il mio amore e ciò che ho amato
ora sarebbe come tornare di nuovo ai vent'anni
senza le paure, gli inganni e gli affanni
un tuo bacio potrebbe anche farmi morire
e non avrei più parole, non saprei cosa dire

di baci affamata

svèstiti
di paure solitarie,
arrampicami
sulle tue vette antiche,
dove guardare orizzonti maturi
pareva una festa continua,
intervallata appena
dal clangore muto
degli abeti raccolti a primavera,
rotanti come la nostra fantasia infinita

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