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Sono così distanti i sonni (*)

Ho saputo che la vita prescinde
dal buio che annuda la pelle
così che la notte è ancora più sveglia
se piagata di occhi che insidiano
le distanze a gomitoli
di quegli aghi che hanno crune per luci.
 

omaggio a Raymond Carver

 
 
La finestra  di Raymond Carver
 
Stanotte è arrivato un temporale e ha fatto saltare
l’elettricità. Quando ho guardato fuori
dalla finestra, gli alberi erano traslucidi.

Inavvertenze

Più non inseguo
improbabili fusioni,
amplessi emozionali,
passi di letture
sottolineati a matita.
Il tuo deserto

I capelli

Ah, mia nerocrinita testa
              balzana,
lo schiaffo dei capelli

Senza titolo

Sono tristi gli alberi, pensavo nel bosco. Chissà quanto, coi loro arti contorti che crepitano e si spezzano talora, sotto l’algore cattivo del vento, giunto da chissà dove a insinuarsi tra di loro come spie di un nemico accidentale. Sono tristi e soli, infilzati per sempre tra le stesse anguste zolle come tra sgherri muti e sordi, inchiodati, intrappolati nella terra coi tronchi rugosi e lacrimosi, su cui qua e là qualche tragico occhio si divarica come una ferita e mostra, dentro, la pupilla di legno, tale e quale cieca come fuori.

Una figlia

Fra campi risorti dietro un'aria di vetro 
mi forgio la spenta chioma
aggrappata all'inquietudine

Cammino scalza
arginando le stelle

Dove posso mai guardare...

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Dove posso mai guardare,
adesso,
per togliermi quest’affanno dagli occhi,
come una piaga,
la traccia traslucida d’una bruciatura. Dove?

Brivido

Luna assonnata
sorridi pigra alle stelle
e brilla il cielo
e brilla l'onda
che lenta bacia la riva
e poi ritorna,

Armonie

Echi di voci
e memorie,
una dolce sinfonia
il sottofondo
d'un Mondo che urla.
Anche la mia voce
spezza la muraglia,
la distanza

Scarpe rosse

 
 
Come punte d'alabarda
fitte dritte nel cervello
lucide aguzze e fiere stanno
son del tutto il piedistallo.

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