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La manica tagliata

 
Un imperatore cinese
tagliò la manica della veste
su cui si era addormentato
il suo giovane amante

Lo zingaro di Toledo

Lavora il ferro ed il rame
lo zingaro di Toledo
e come lo lavora lui
nessuno al mondo.
E sono spade
e sono pugnali
di lame affilate

Nella vecchia soffitta...

Lassù, tra bambole e merletti,
tra intessute tele e ciuffi di memoria,
chiuso in soffitta ho
le mie emozioni
che, tra sciami di ricordi,

Cristina

Cristina.
C’erano curve una volta sotto i tuoi abiti, la morbidezza del seno, la sovrabbondanza dei fianchi, quel dondolarsi buffo, a metà tra seduzione e la sua pre

Piante nate per partenogenesi, anfigonia

Ora non rimane
che stare
 
nebbia, rughe, colle da vicino
sali, e neve
 
chiedersi, come ogni anello

Consapevolezza

L’amore ch’ò per te è consapevolezza;
si  libra in alto come brezza
dal mare sfiora le montagne:
e non mi sembra vero che

Il posto dell'addio

è sempre stato questo
il posto importante della storia
sopra gli scogli
laggiù in fondo, la Meloria

Prima degli esami

Simone Cattaneo

Perché proprio in agosto
 
 
Era il capocannoniere acclamato dei tornei di calcio dell’intero isolato
anche se riceveva la pensione di invalidità per totale cecità,
riusciva a spaccare il parabrezza di una macchina a mani nude senza tagliarsi,
aveva la pelle delle braccia flaccida come asfalto fuso
tutti i ragazzi non più alti di così
lo chiamavano Aladino perché risolveva ogni problema di vita con un buon consiglio.
E’ morto straziato dal monossido di carbonio di una stufa a metano,
ha lasciato alla ex moglie una roulotte verde sbiadita e
dei cumuli di spazzatura grandi come piscine comunali.
Quando ero bambino mi ha biascicato che per innamorarsi
bisogna procedere alla molatura per ottenere una superficie liscia oppure
percorrere un’autostrada contromano in agosto.
Perché proprio in agosto non l’ho mai capito.
Simone Cattaneo
 
 
 

 
Cattaneo è un Poeta contemporaneo, nato nel 1974 e morto suicida nel 2009.
Cerco qui di decifrare brevissimamente, seguendo le impronte già tracciate nella pubblicazione della poesia di Hopkins, qual è il suo mondo, intendendo per tale la sua interiorità.
Personalmente vi ho sentito un grande amore per l’umanità, specie quella su cui aveva puntato gli occhi, quella che, più sofferente più tentava di risorgere, di ribellarsi all’accettazione di una condizione che altrimenti l’avrebbe portata alla morte individuale e sociale.
Ascolto ed apprezzo altresì il farsi il vuoto dentro da parte del Poeta, questo sacrificio di sé stesso, l’abbandono da parte del medesimo delle problematiche insite in una propria individualità per farsi portatore invece di una universalità: una diversa da sé e più generale sofferenza umana.
Acquisita, fatta propria tale coscienza, lo stile del compositore allora può diventare diretto, senza intermediazioni né necessità di astrazioni. Anche le antinomie ed i controparadossi utilizzati dal Poeta nel testo diventano più accettabili e più trasmissibili, non più paradossali, costituendo un’univocità, una rotta esattamente tracciata da quella sua visione.
 

Tutto sta cambiando

Amo i silenzi
amplificano
il dolore dipanano
 
c’è
una ferrovia

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