Scritto da © taglioavvenuto - Sab, 26/06/2010 - 22:52
Simone Cattaneo
Perché proprio in agosto
Era il capocannoniere acclamato dei tornei di calcio dell’intero isolato
anche se riceveva la pensione di invalidità per totale cecità,
riusciva a spaccare il parabrezza di una macchina a mani nude senza tagliarsi,
aveva la pelle delle braccia flaccida come asfalto fuso
tutti i ragazzi non più alti di così
lo chiamavano Aladino perché risolveva ogni problema di vita con un buon consiglio.
E’ morto straziato dal monossido di carbonio di una stufa a metano,
ha lasciato alla ex moglie una roulotte verde sbiadita e
dei cumuli di spazzatura grandi come piscine comunali.
Quando ero bambino mi ha biascicato che per innamorarsi
bisogna procedere alla molatura per ottenere una superficie liscia oppure
percorrere un’autostrada contromano in agosto.
Perché proprio in agosto non l’ho mai capito.
Simone Cattaneo
Cattaneo è un Poeta contemporaneo, nato nel 1974 e morto suicida nel 2009.
Cerco qui di decifrare brevissimamente, seguendo le impronte già tracciate nella pubblicazione della poesia di Hopkins, qual è il suo mondo, intendendo per tale la sua interiorità.
Personalmente vi ho sentito un grande amore per l’umanità, specie quella su cui aveva puntato gli occhi, quella che, più sofferente più tentava di risorgere, di ribellarsi all’accettazione di una condizione che altrimenti l’avrebbe portata alla morte individuale e sociale.
Ascolto ed apprezzo altresì il farsi il vuoto dentro da parte del Poeta, questo sacrificio di sé stesso, l’abbandono da parte del medesimo delle problematiche insite in una propria individualità per farsi portatore invece di una universalità: una diversa da sé e più generale sofferenza umana.
Acquisita, fatta propria tale coscienza, lo stile del compositore allora può diventare diretto, senza intermediazioni né necessità di astrazioni. Anche le antinomie ed i controparadossi utilizzati dal Poeta nel testo diventano più accettabili e più trasmissibili, non più paradossali, costituendo un’univocità, una rotta esattamente tracciata da quella sua visione.
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Scritto da © Kantore - Sab, 26/06/2010 - 22:33
Tutto sta cambiando
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Scritto da © Ezio Falcomer - Sab, 26/06/2010 - 22:31
Mattina
Cos'è che rende fragile
questa mattina d'inverno?
questa mattina d'inverno?
Sciamano silenziosi
veicoli tiepidi e signore anziane
domande mute bussano al cuore
voglie non cresciute
il cielo risponde un cieco biancore
senza angeli e senza calore
la vita è questo timido ribollire
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Scritto da © Franca Figliolini - Sab, 26/06/2010 - 22:18
Poeti
Il poeta è l'uomo più crudele
avrà pensato la moglie di TSE
che invece di andare e venire parlando di Michelangelo
si ritrovò a fare la donna sandwich
per protestare l'abbandono e la desolazione
Me l'ha detto Chiara ed anche lei scrive
sicché lo sa che la signora aveva ragione
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Scritto da © Lorenzo - Sab, 26/06/2010 - 20:41
humour
due espressioni ardite
sorriso ed ironia
s'addicono a persone
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Scritto da © Fulvio - Sab, 26/06/2010 - 17:44
La barca (a Ferdinando)
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Scritto da © stellasenzacielo - Sab, 26/06/2010 - 14:43
Insonnia
Notte di buio,
notte di caldo.
Ormai non sogno più,
ho paura di chiudere gli occhi
e di rimanere lì, sola
con questo vuoto.
Il tramonto non mi rasserena,
così tanto lunga è l'attesa che mi separa
dalla rinascita.
Vorrei avere la certezza
che il sole sorgerà nuovamente,
notte di caldo.
Ormai non sogno più,
ho paura di chiudere gli occhi
e di rimanere lì, sola
con questo vuoto.
Il tramonto non mi rasserena,
così tanto lunga è l'attesa che mi separa
dalla rinascita.
Vorrei avere la certezza
che il sole sorgerà nuovamente,
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Scritto da © Marika - Sab, 26/06/2010 - 13:54
Peace
Drift in sorrow
I split my chase
definitely to wings upon the stage
Draft pain above the pace
in the past sings the whole
spot of all the things
in which
I spell
my own cheers.
Trad:
Nel movimento della tristezza
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Scritto da © Franco Pucci - Sab, 26/06/2010 - 13:39
Una voce fuori dal coro
ragionevolmente rifuggo dall’intrupparmi in improvvidi percorsi
là dove la ragione mi sospinge dentro limiti precisi, circoscritti
certo mi “sfrizzola il velopendulo” l’argomentare dei partecipanti
là dove la ragione mi sospinge dentro limiti precisi, circoscritti
certo mi “sfrizzola il velopendulo” l’argomentare dei partecipanti
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Scritto da © Alexis - Sab, 26/06/2010 - 10:50
Io e te
Io e te
nell'Inferno
di un camino sospeso
su banchi di nuvole sparse
a respirare aliti di brace,
ad ustionare i polmoni.
nell'Inferno
di un camino sospeso
su banchi di nuvole sparse
a respirare aliti di brace,
ad ustionare i polmoni.
Alexis
26.06.2010
26.06.2010
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