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Che amore è

 
spesso son come petali le tue dita
al viso che mi metto
per rubarti carezze che non merito
e se trascuro il gesto degno
di conquistarmi quell'affetto
s'armano d'artigli aguzzi tutto a un tratto
subdolamente mi colpisci forte
come serpe letale celata in un cassetto.
 

Ballo con la mia ombra

Ballo con la mia ombra:
proprio lei che non mi lascerà mai,
che mi seguirà per sempre,
che saprà essermi fedele;
si distenderà con me,
si nasconderà nella luce,
per non morire ancora,
per rinascere nuova,
con un raggio di sole.
E adesso ti bacio,
mentre sul piatto gira,
un vecchio lento,
di antiche emozioni.
Mia cara ombra,
ed io che non ti avevo mai amata,
ora so che ci sei;
eppure non parli,
non lo farai mai,
ma saprai essermi fedele,
amarmi per quel che sono,
e non maledirai d’avermi conosciuto,
e seguito per una vita intera.
Eri bambina e giocavi col sole,
mentre già mi nascondevo nel buio,
oh mia cara ombra,
ti chiamerò col mio nome,
avrai i miei occhi,
due mani ed un viso;
il perché lo sai:
non merito d’essere luce,
sarò io a seguirti..
da oggi,
per sempre.
 
Alessandro Lisbon
 
 
(pubblico questa poesia di Alessandro Lisbon,  poeta giovanissimo che non c'è più, perchè sia ricordato)
 

Venezia

Sarà... che della luce di Venezia oggi ne ho colmi gli occhi
e delle calli l'ombra
Vaga sui ciottoli quel senso di non appartenenza, o della storia, o giù di lì
 
Eppure il gabbiano ha sfiorato l'acqua e sembrava leggero nel suo volo
 
Io inclino, come sempre, il mio pensiero verso te, che vorrebbe avere la brillantezza di luce
acquamarina
mentre spesso sto da sola
ad accarezzarmi i capelli, mossi al vento, di Venezia

Lettera a mio figlio ... un angelo

Fra incubi e dormiveglia
dopo l’alba ti ho sognato questa notte.
Donna di una certa età passeggiavo
spingendo una carrozzina,
sorridevo, e ogni spesso, guardandoti
ti accarezzavo, riempiendomi di te.
Camminavo tranquilla e serena.
Sentivo sguardi di donne e bambini,
leggeri mormorii quando qualcuno
si chinava per guardarti
e non ti vedeva.
Non mi sentivo strana.
Soltanto una mamma
con il suo bambino.
“E’ strana poverina
non c’è nessuno nella carrozzina”.
“Non sono strana, mio figlio
mi è stato portato via.
Ora sono mamma di un angelo”.
E continuavo a passeggiare
con il mio angelo.
Sono ancora una mamma.
Mi sento ancora una mamma.
La mamma di un angelo.
Ti voglio bene angelo mio

Parlami

Parlami.
Il silenzio ferisce più di mille parole.
Insultami, non lasciare la tua rabbia appesa ai denti.
Ho riempito mille spazi bianchi con parole inutili
che avrei voluto dirti e poi ho cancellato.
 
Ma tu parlami.
Riempi la distanza che avvicina l’odio all’amore
con le parole che avrei dovuto dire.
Il tuo silenzio rimbomba dentro di me
come il tuono che annuncia un temporale.
 
Parlami.
E potrò asciugare le mie lacrime
al sole delle tue parole.
 

La triste sconosciuta.

un vento tiepido mi ha strusciato
oggi la pelle
dal gusto marino al fior di tamerici
oppure era ginestre gialle
rigogliose e tante
quelle che attraversava per toccarmi
forse non lo saprò mai
quel biondo crine che
lo stesso vento lieve carezzava
ad un convegno pareva camminare
quelle unghie curate lucide scarlatte
coprono artigli in egida contratti
avrà un drago del cuore
o uno che l'attende negli anfratti.
c'era un vuoto intenso profondo
in quelle finestre verdi allungate
le ciglia facevano velario ad ogni istante
come il sipario di velluto quando
alla fine dell'ultima scena viene tirato
dietro il recitante.

Ciàt

 credimi - dice
o scrive
o quel che è -
credimi
 
e non so il suo nome
né la forma delle sue mani
né come gli si arriccino i capelli sul collo
o se ne abbia
 
Io, che di credenze ne ho solo due
 
-una in cucina ed una in salotto
antiche però, della nonna
di legno vero
(e anche questo bisogna specificare)-
 
sospiro dicendo - e sia, ti credo
 
e viviamo felici e contenti
fino al prossimo cambio di nick
 
 
 

Spettri

E’ il tempo sospeso
quello che il silenzio indossa
tonaca di una vita in punta di piedi.
Occhio di giglio la Luna
veste le pietre eterne
di versi luminescenti.
Questa notte le onde
Infiora di sguardi.
Le lampada rosse
brillano ancora tremanti
nel delirio degli spettri
disegnati sul velo delle acque…

Limerick (eroticus senilis)

quando alta s'è alzata là, su quei tacchi
le cosce lascian libere, gli spacchi
senza tema di smentita
riaccende ognor la pipa
e financo dimentico gli acciacchi.

I come Iato

 Tra chi parla e chi ascolta
c'è lo iato dell'aria che vibra.
 
 
Solo il gesto annulla la distanza
- la mano che carezza
la bocca che bacia.
 
 
Tutto il resto è illusione,
specchio, rappresentazione.
Riflesso di riflesso.
 
 
 

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