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Amore

 

apro sinossi alla parola amore
la stanza della mente che si schiude
ai miei ricordi di fanciullo ed oltre

or quando nascondendomi a sorella
mi rifugiai tra le vesti madri
e poi ancora giovinetto ingenuo

o quasi allievo dell'adulta era
incominciai a respirare il germe
a confermare il senno dell'amore

gli occhi si fermavano ad un tempo
distratti dall'azione di quell'ora
solo un pensiero incalzava ingegno

e sguardo s'incrociava con il suo
col cuore che pulsava  a mille all'ora
mentre nel collo s'ingroppava il fiato

che da sinapsi discendeva in voce
l'amore offre altre soluzioni
all'invitante tema temporale

il bene non ha tempo età neppure
non solo intreccia il fiato degli amanti
anche l'amor di mamma verso infanti

 

Copyright © Lorenzo 28.5.10

Muta è la notte

Muta è la notte.
Ma è rimasto lo sguardo
falciato.
Ascolta.
E’ un piccolo tintinnio d’acque,
creste di Luna sul fiume.
Loro si, 
portano carezze,
foglioline nate e cadute
nel buio del bosco.
S’adagiano sul muschio di sponda,
saranno sorrisi d’aurora
a cui aprirò la mano
che ora è pugno nel mio cuore 

Il fiume delle perle

Ascolto.
 
E uno scorrere lento
D’acqua bianca.
Leviga sassi
Soffici come
Batuffoli di sogni.
Tra colline e dossi
D’impalpabili veli
Si snoda.
 
Lo vedo.
 
Lontano e pallido
In questa inafferrabile aurora.
E per un attimo m’immergo
E purifico la vita
In quel che chiamo
Il fiume delle perle…

Oggi

oggi è un giorno di pianto, per me
abbandono le maiuscole
potrei provare a scrivere
 

Il ponte giapponese

Dal 13° capitolo della prima lettera ai Corinzi.- San Paolo
“E se anche ho il dono della profezia e conosco tutti i misteri, e tutta la scienza; e se anche possiedo tutta la fede sì da trasportare le montagne, ma non ho l’amore, non sono niente”.
 
Lì l’aveva trovata, lacerata. Il vestito bianco senza la macchia di un filo d’erba, distesa sulla sponda che scendeva dal fianco del ponte verso lo stagno delle ninfee.
Veniva dalla guerra, dall’ultima battaglia. I suoi compagni l’avevano lasciato, uno ad uno.
Si piegò e ne ascoltò il respiro; era ancora viva. La raccolse ed in braccio la trasportò verso la casa nascosta dagli alberi.
Fra il tepore delle mura la giovane donna cominciò a riprendersi, aprì gli occhi.
Jacques li vide, rimase per un intero minuto a fissare quel blù dove ci si poteva perdere. Lui si perse.
 
La cura non fu mai finita.
Ma Jacques, ogni volta tornando, riprendeva cuore, e speranza, alzando lo sguardo al minuscolo ponte sul quale un giorno l’amore predestinatogli si sarebbe fatta trovare.
 

L'amore...ah!...l'amore.

che sia quella cosa
improvvisamente nota
che accelera il battito senza posa?
fa tremar le mani arrossa gote
quella strana emozione
che la testa ruota, tutto scuote?
specie la prima volta è un'iniezione
che vuoi fare continuamente e
la gioia ti scoppia come un'eruzione.

Limerick :-)

quando lo trovo tanto vero sfizio
non m'importa quale sia l'orifizio
che attratto ognor mi sento
sia la pioggia o sia il vento
e reggo il mento appoggiandovi l'ozio.
 
 

Implemento all'incompiuta dI Max (Liberamente tratta da “Max” di Paolo Conte)

 ……………………………...(L’antefatto)
 
Max era Max
più tranquillo che mai
la sua lucidità…
Smettila Max.
La tua facilità
non semplifica Max…
Max non si spiega.
Fammi scendere Max.
Vedo un segreto
avvicinarsi qui
Max
 
.............................................(L’implemento)
 
Max fammi scendere
questa notte
io resto qui Max.
No, non dire nulla più
sono stanco
questa non è vita Max.
Hai toccato il fondo
se continui cosi
e qualcosa succederà Max.
Pensare non serve Max.
La fisarmonica
suona.
Ascolta Max...
non puoi fingere più
preferisco camminare.
Tu hai a cuore una canzone Max
è vero.
Io ho soltanto...
una vecchia canzone
nel cuore... Max.

E' qui

 È qui la forza del verbo:
se dico ti amo diventa vero l’amarti
Dell’indefinita collezione di significati che il segno porta in sé
una necessariamente s’invera
 
            perché l’amore mi trabocca
            ed è per ciascuno
            ed è sempre verità
 
è amore il canto che mi trasuda dai pori
 
                -essenza profonda
           liquida traslucida essenza-
 
 
 
 

Leggere il domani.

 
Sono legato di ferro all'infanzia
alla pubertà come ultima ratio
quasi che nulla dopo sia valso
ed è vero che mai più ho fatto
sogni tanto grandi, sperato
cavalcare stalloni neri e bianchi
galoppare alla pugna tra lame
lucenti acuminate, bombarde
come tuoni e lampi d'estate.
Forse perché temetti guardare
quell'uomo nel retro della vita
seduto su una bitta al molo vecchio
scacciandovi pigri gabbiani della sera
contare le grinze delle mani
e leggervi, sorridendo
cose del tempo passato.

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