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Capaci 23 Maggio 1992

Adesso, è ora, l’odio non aspetta
l’ultimo mozzicone di sigaretta
sotto il tacco in fretta schiacciata
segna il boato di una vigliaccata.
 
Il viso nascosto non paga dazio
copre la mano che dona la morte
mancano lacrime a chiuder le porte
dei cuori dolenti a tanto strazio.
 
Ed ogni volta tra silenzi assordanti
tutti d’accordo coi visi contriti
guardiamo sfilare ipocriti e santi:
la mafia è da abbattere, che gesuiti!
 
 
Franco Pucci, 23 Maggio 2009 

Solo un po' di terra

E' una manciata di terra
in impasto d'acqua e farine.
La stessa terra che nutre i vivi
e  dai morti rivive
mi concede talvolta un passo

Incontro

e non conosco ancora il nome tuo
dalla tua mamma so del grande giorno
s'è preparato a te da tanto tempo
speciale incontro in spirito divino

il germe di salvezza ti consoli
e ti prepari alla vita nuova
con veste bianca e rossi paramenti
scarlatti per il fuoco dell'amore

com'era la sua tunica indivisa
tu possa consolare i cari tuoi
i tuoi fratelli insieme ai genitori

è giorno fortunato acceso il fuoco
quest'oggi incontri chi si fece uomo
è chiuso un ciclo e s'apre un tempo nuovo

 

Copyright © Lorenzo 23.5.10

Gli uomini passano, le idee restano

Diciotto anni fa, alle 17.58 del 23 maggio del 1992, l'autostrada Palermo-Mazara del Vallo, all'altezza di Capaci, saltava in aria per mano mafiosa, sventrata dall'esplosione di 500 chili di tritolo. Quel cratere, che uccise il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, e i tre agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, rappresenta, oggi più che mai, una ferita ancora aperta nel cuore degli italiani che vissero in quei giorni una delle pagine più buie della storia recente del Paese.
 
contro la mafia
 
Esplose in un giorno di maggio
 
Esplosero
 
Perché lo stato
……… lo stato ..……
 
La mano davanti alla bocca
per non urlare
la furia cieca il dolore
 
Rosaria dai capelli ricci
e le labbra esangui
il prete impaludato che toglie il microfono
 
Loro non cambiano
non cambiano
e sono qui
anche qui
in questa chiesa
nella città di sangue
sangue
sangue
 
Quelle bare allineate
ed io qui
in silenzio
 
Impotenza, impotenza e dolore
 
Ma poi la folla la folla
Le grida
La rabbia
: non più soli
 
Esplosero
in un giorno di maggio
 
e noi esplodemmo
 
E gridammo
 
Finché il silenzio non ci avvolse
di nuovo
-di nuovo-
 
Silenzio
 
FrancaF
 

Il Passo

Il passo, vidi, un gemito, aria, il cielo rosa, e l’africa
l’africa che torna, a salivarmi
gli occhi

E come Elettricità

divenire elettricità
flusso
scorrere
                  nella trama di rame
che innerva il mondo
di rosso dorato
 
di nodo in nodo
illuminare
la notte
il buio
                 scorrere
 
oppure essere fulmine
con una parola
uno sguardo
 
                 o un verso
 

Momenti

C’è un momento della sera in cui è particolarmente gradevole indugiare per le strade periferiche dei paesi.
È quel momento che precede la sera ed è troppo presto per accendere le luci e troppo tardi per distinguere bene il circostante.
È un’atmosfera magica, da assaporare con il fiato sospeso, tanto l’attimo è fuggente.
Nell’aria si avverte qualcosa che fa vibrare il nostro essere e la nostra sensibilità si fa più attenta.
Sono in vacanza e mi è caro passeggiare a quell’ora, lungo quella strada che percorrevo ogni giorno, ragazzina, inseguendo i miei sogni.
Allora quella strada era silenziosa e quasi deserta, portava in periferia, fiancheggiata da oliveti e da stradine che si immettevano nei campi a interrompere la linea continua di quell’asfalto bruno.
Le persone che incontravo erano poche, ma le conoscevo tutte.
Ora, con meno sogni, ma con il desiderio di rivivere emotivamente quei momenti, cammino e osservo attenta.
Tutto innanzi al mio sguardo è uguale negli sfondi che intravedo tra le nuove case ma è diverso nei particolari. È uno scenario molto più popolato, però io mi sento sola.
Nessuno saluta me e nessuno ho da salutare io.
Ho provato più giorni a rifare quel percorso e tutto si ripete sempre uguale.
Suggestionata dall’ora e sicuramente dalla recente lettura di un romanzo di letteratura fantastica di Bioy Casares, mi sembra di percorrere una strada popolata da persone che ripetono periodicamente la stessa strada, con passi e gesti sempre uguali e alla stessa ora del giorno precedente.

Amore rosso sangue

diceva che il mio amore per lei era vitale
la notte lei dormiva col capo sul mio collo
all’ora del risveglio io stavo proprio male
ma lei era già andata ed io ero in ammollo
 
stanotte é ritornata in cerca del mio amore
però avevo capito qual’era il dolce imbroglio
son diventato bianco per rendergli colore
così al letto ho appeso una collana d’aglio!
 

Parole

Cuore in gamba e gambe buone

Lo ricordi quel sentiero
che la notte ci legava
a quel vecchio asciugamano?
Lo strapiombo.
Lo ricordi?
L’abbaiare di quel cane abbaiato da lontano?
Era andare, era…
Come fosse il naturale
della vita al nostro fianco
e il da farsi... carpe diem.
Io laggiù insieme a te
come camminarvi sopra
tu semplicemente come…
camminarmici al mio fianco.
Ma una notte mai finita
resta li
dentro al tempo temporale
come niente andato fosse
sempre lì.
Camminarvi di normale
per chi ha le gambe buone…
Gambe e cuore
e cuore in gamba
e chi è in gamba, va lontano,
ma chi ha cuore và di più…
Sia che si ritorni indietro,
sia che si continui avanti
anche se pur solo appesi:
ma chi ha cuore... ha d’andare.

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