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Antonio Nazzaro, videodidattica a Caracas

E’ la prima persona che mi abbia convinto a fare, in collaborazione con Accademia dei Sensi, un’audiolettura in spagnolo… E per un Convegno!
Antonio Nazzaro è insegnante, videoartista e mediatore di culture italiane e ispano-americane a Caracas, animatore del “Centro Cultural Tina Modotti” (cctinam@gmail.com).
I suoi montaggi sono fatti con materiali presi dal web secondo concezioni filmiche sperimentali e finalizzati alla rappresentazione teatrale o all’attività didattica. Collega originalmente antropologia e concezioni occidentali ed europee con memoria culturale viva e operante legata alle categorie delle culture precolombiane, creole, meticce ecc. specifiche sudamericane.
Antonio Nazzaro, col Centro Tina Modotti, sarà in questi giorni tra gli organizzatori del Convegno dedicato al grande poeta e scrittore uruguayano Mario Benedetti: “Omaggio a Mario Benedetti. 14/09/1920 – 17/05/2009. 17-19 maggio. Caracas, Fundaciòn Celarg”
Informazioni dal web in:

http://primicias24.com/cultura/celarg-presenta-homenaje-a-mario-benedetti/ Leggi tutto »

Alessia nel parco comunale

Alessia nel parco comunale
chiaro mattino di senso
negli allbereti della gioia
a tessere la vita, se è Venezia
a emergere in aurorale
anelito in gondola virtuale.
Alessia nel senso della vita
da trarre da marino
incantesimo dei corpi nel
bacio con Giovanni in comunione
di salive a salutare la città che
sale. Alessia, in forma di stella
ad aurorare il velario di un tempo
di camera a quattro dimensioni
se camera è il parco
in chiare distanze dai salici
dell'ironia a salvarla a darle
il viatico della gioia sottesa
alla vita che passa e sta
infinitamente tra le cose di marzo
a fare bella la vita che pare
infinita tra le tegole del tempo
ad inazzurrare il sembiante
di un mare troppo bello
per essere detto con parole di mattina,
Alessia anima di brina.

Nebbia

La nebbia un dì lontano quella strada
ferrata e parallela mille miglia
inquieto nella notte nei pensieri
s'apriva un sogno che mi dura ancora

lungo travaglio nell'ovatta grigia
nelle folate fredde del mattino
stampate sulle nari infreddolite
mentre il treno frecciava la laguna

dolci canali dai colori impressi
ricordi belli di quei giorni andati
cercavo l'avvenire in quella strada

ora è lontano quel portone grigio
aperto ancora nella mia memoria
assieme al costumato suo custode

 

 

Copyright © Lorenzo 21.6.09

La fanciulla in verde

E' questa, mia madre
quella a sinistra, vicino al ramo di salice
vestita di seta autarchica, verdolina
a fiori tropicali lillà,
lunghette svasata appena sopra la caviglia
e le scarpe di vernice col laccetto
che sembra un giunco, tanto è incurvata.

Coi capelli mossi ribelli tanti,
biondo pannocchia, diceva lei ridendo,
con le efelidi sulla pelle chiara
che non poteva esporre al sole
le parava col cappello di paglia a larga falda
dal nastro in tinta col vestito
che qui, noncurante, tiene appeso alla spalla
con fare divistico
il capo leggermente reclinato
l'espressione in un sorriso fatale,
da scena.

L'ho visto davvero quel cappello,
schiacciato tra la biancheria ricamata,
del prezioso corredo
quasi un cimelio della fanciullezza
che non perse mai.

Parole vive nonostante

le parole non dette tra noi
sono figlie di muti pensieri
lame sottili, lacerano cuori
risvegliando vecchi rancori

le parole non dette tra noi
sono figlie del senno di poi
celano l’ansia dell’affanno
per nascondere il danno

le parole non dette tra noi
hanno tutte lo stesso sapore
del veleno che spesso ingoi
per accettare nuovo dolore

le parole non dette tu lo sai
indifese dal silenzio tra noi
abortite come figlie sconfitte
erano vive e te le ho scritte
 

Il dolore dell'assenza

Era dolce il dolore dell'assenza
-prima-
ti sentivo tra i coralli
-nei fondali-
Mi tingevi di quel rosa dei tramonti
quando investe l'orizzonte
-e si fa sera-
Mi nuotavi tra i capelli
-anche di notte-
dentro ai sogni
che filtravano tra gli spazi.
Sulle palbebre che tremavano di pace
io amavo nel sentirti sulla luna.
La mia Musa ti cullava tra le braccia
indicandoti la via del ritorno
se perdevi la mia luce tra le stelle
più preziose di me,
-che ero al buio-

Egli è

Egli è
la ballerina che scende sulla notte
lo senti il fischio?
Metallo, crudo
Muove piano
cerca
 
non sai cosa
 
Votato, senza colpa
muove
 
Sul quadrivio
la sfida
osserva l’orso
 
 
 

Lucida follia

insegui un sogno sfuggito dal recinto del sonno
corri all’impazzata per le vie del centro
la gente passa commiserando il tuo stato di alienazione
affannosamente cerchi con lo sguardo tracce del sogno fuggiasco
lo trovi alfine seduto nel silenzio lercio di un loft in disuso
lentamente si volta ti guarda e ti riconosci
ti troveranno così al mattino seduto in un loft di periferia
e li guarderai sognando con occhi di lucida follia
mentre le mani in aria disegnano cuori alieni

pioggia..grazie..

sola...
non sono triste,
la solitudine mi piace,
o forse non voglio ammettere a me stessa che lo sto semplicemente aspettando.
Mi dondolo avanti e indietro sull'altalena.. mi sento proprio una bambina,
lascio che i miei pensieri dondolino con me.
Raffiorano i miei ricordi persi nel labirinto della nolstalgia,
Io non voglio dimenticare!
Anche se molte voci mi dicono di farlo.
Uno strano  rumore taglia il filo dei miei pensieri, pioggia...
le gocce cadono e baciano la terra..
mi irrita l'umidità e presto corro al riparo...
il vento gelido nell'aria sfiora la mia pelle,
adesso come torno a casa?
Lui è sotto la tettoia insieme agli altri.
voglio oppormi, voglio oppormi ai miei pregiudizi...
corro sotto la pioggia.
mi fermo e lascio che le gocce bacino pure me,
incrocio le braccia e divento tutt'uno con l'acqua.
chiudo gli occhi.
magari mi credono pazza, ma al diavolo!
Lui mi abbraccia amichevolmente,
...noltalgia...dannazione!
gusto quel caldo momento, tremo di gioia.
Lascio che la pazzia pervada il mio corpo,
mi metto a correre sotto la pioggia,
corro nel vasto prato, che orami è soltanto un pantano di fango.
Le mie ballerine sono in condizioni pessime, ma ora l'umidità non mi da più fastidio.
Mi piace.
Anche lui corre. Ridiamo. Scherziamo.
non gli piaccio, ma io sto bene! Ancora non ci credo.
E non ci credo che mi sono lasciata andare sotto la pioggia.
Torno a casa.
Vuoto.
Non vedo l'ora che sia domani... per riverti ancora.
Grazie pioggia..grazie mille per la felicità che mi hai regalato, nonostante l'odio che provavo per te...

Una luce

non sarai tu a scagliarla la pietra
che negli anni sfasati
più d’una volta tornasti contrito
a casa anche se non t’accolsero
braccia festose
che ti specchiasti nel fondo più nero
del nero anche se non s’udì
canto di gallo quando
tradisti la vita spinto ad un atto
anticonservativo
che infine piegato
dalla croce una luce
a forma di un angelo fu
a strapparti dall’oscenità
del tuo tempo facendoti espandere
in un’emorragia di versi e di
energia positiva
che nel viola del tramonto
fosti padre e ora nel tempo
declinante sarà forse tua figlia
che ti farà da madre
-

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