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Un giardino d'inverno,una serra di vetro,una farfalla.

Il giardiniere dice che avrò fiori stupendi su cui posarmi a primavera. Dice anche che il tiglio è un bellissimo albero; avrò tanta ombra la prossima estate,quando le api sembreranno dervisci impazziti.
E’ iniziato a nevicare nel frattempo, le stagioni sembrano così lontane tra loro!
Dai vetri, gli scheletri degli alberi potati di recente imbiancano velocemente,come velocemente scende la sera. Il profilo di un pettirosso ingentilisce le scarne appendici di una pianta,mentre lui becca la gelida aria che lo circonda.
I lampioni tagliano a metà i fiocchi ancora incerti che si sciolgono , altri che toccano terra.
L’asfalto rispecchia il grigiore plumbeo di un cielo cieco, quasi ferroso.
Mi sento chiusa dentro.
Respiro profondamente il calore della stanza, senza però provare il piacere di essere a casa.
Resto attaccata ai vetri, penso che il tramonto nel frattempo stia facendo il solito arpeggio sotto la coltre ormai diventata compatta di nubi rigonfie, quasi minacciose.
Ti sento mentre annuso l'essenza di gelsomino che si diffonde come per magia, sui perimetri trasparenti delle pareti.
Mi siedo sui gradini di un’idea, accanto a te dove la neve non c’è mai.
Sorrido, ti piacerebbe assaggiarne il sapore; sa di purezza, di acqua limpida e incontaminata. Ti somiglia.
Lo facevo sempre quando nel mio bozzolo chiudevo gli occhi e alzavo la testa verso il cielo .
Assaggiavo i candidi fiocchi posati sul palato con un senso di inspiegabile piacere,come le tue labbra,quando mi dicevano che sapevo di fragola.
Mentre le volute di caldo si intrecciano,la mia immagine riflessa sembra guardarmi e dirmi che non sono sola.

Ti penso.

Sciola camminava

(Sulle note di Angelica di Paul Schwartz)
 

Ci colse

Ci colse il battito di una goccia
scivolata lenta,
sulle orbite addormentate della notte.
Nell’ora senza tempo di un rimpianto Leggi tutto »

Madre...

Immagini sepolte
in uno sciame di ricordi,
ma tu vivi ancora in me...
Sottovoce ti chiamo,
dolcemente rispondi...

Chiuso
in soffitta
ho
la folla d'emozioni
che,
i lustri non scherniscono...

Intatta,
serbo ancor
la tua memoria e
con le mani afferro,
come carezza al vento,
i miei lontani dì
che indietro
il cuor riporta...

lo trasmetto al soggetto primo

 in questa somma di piccoli passi
 ogni sasso,
anche il più minuscolo
conserva l'ombra.
tu ,mio libro
custode del verbo
mi suggerisci
la parte fragile
come un petalo residuo di un fiore
 che s'offre
al bacio del vento.
sono in bilico
tesa verso l'azzurro
conscia
di diventare libera
 d'aria fatta.
respiro ascesa
ma radice mormora.
pazienza
copri i miei stami
l'ultima chance
all'ape di un tuo profumo.
canta con la tua voce
e sospesa scelta
 nel battito di un ciglio.
un infinito scatto
sulla meraviglia
 s'apre
sul particolare residuo
la vita
che aborrisce spreco.
ma sta 
nel volere questo e quello
come e quando
 l'incertezza di un percorso.

Se io fossi...

…e se io fossi una bolla d’aria
vorrei nasconderti tra le parole
per ritrovarti in un attimo quando ti bacio

…e se io fossi la parola che ti sta accanto
ti cullerei fino al dolce approdo
per svanire poi nell’incanto dell’emozione

…e se io fossi te mi ameresti così come sono
non svaniresti nell’aria con le parole vuote
e resteresti con me anche dopo l’amore
 

La versione della notte di un violinista monco ai gamberi

Il mare articolato
verbalizza le strane circostanze della zattera.
 
Senza deriva, a dismisura il senso.
 
Al centro, il foglio della luna - argento liquido ora,
argento fossile in alto - libera i pesci dalla presa.
Sono leggeri;
nel loro fondo, un nuotare illuso si squama.
 
Anche il mare perde voci
se trattiene le parole
al filo e all’uomo;
berchè in mare non si parli
e non si chiede troppo, si disfa spesso l’onda.
 
Poi di colpo, quand’essa ferma,
un gomito e un suono.
Tra la costa e il largo
spesso accade l'orizzonte nuovo:
 
vedessi l’ansa! Un archetto andiriviene
da una qualche insenatura con un violino tutto suo:
è l’onda - esclama, - è l’onda che riforma
tutte le sue onde che lo increspano.
 
Per quote al foglio liquido un gambero irrisolto.
 
Incrostata alle rocce e ai dubbi
sta il peso della notte che addormenta incauti.

dedicata a Franco (Essiamonoi)

La festa della mamma?

Angelic Pictures, Images and Photos Da sempre non ho mai amato queste feste.
Feste fatte per spendere, ravanando tra sentimenti d'amore e nostalgia.
Da figlia ho sempre cercato di dimenticarmene ma senza mai riuscirci, sapevo che la mamma ci teneva.
La mamma, già, la festa della mamma, terribile inventare una festa così.
Tutti gli anni è un obbligo cercare di dimenticarla, difficile però con tutta quella pubblicità sbattuta in faccia senza nessuna pietà.
Fiori a gogò venduti per le mamme, rose recise che gridano la loro morte, rose senza spine e senza più profumo.
Mai regalato mazzi di fiori, piante, quelle si, segno di crescita e di speranza.
Una speranza che da figlia non capivo chiaramente, sicuramente il capirsi era difficile e non bastava un fiore a cancellare tutta l'incomprensione.

Come forbice

Forbice di vento la malinconia
recide i sogni e della fantasia
fa cosa morta, solo nostalgia.
Non li rivive dentro un coccio
raro o un cristallo ch'è soffiato
a bocca, quando son tagliati
la schiena della vita è rotta.
Il tempo lesto viene rintocca
c'è la valigia da far, chiuderla
mentre il giorno cade nella sera
presto la notte ti si stende accanto
e il pensiero diventerà chimera.

Sto cercando l'anima mia

Si dice: chi cerca trova.
Ho trovato le chiavi
di casa psiche,sono felice:
La prima stanza
che ho aperto
grande spavento
c’era acqua stagnante
coccodrilli impazziti
con corazza di scudi
coda robusta
testa depressa
la bocca armata di denti.
Orribile scena
pensavo di trovare
anime quiete.
Brr...brivido freddo
grande sconforto
veder quelle anime in pena.
Chiusi la porta veloce.
D’improvviso ho ricordato
che al corso di psiche mi disse:
attento attento Renato
ad aprir quelle stanze
ci sono ogni tipo
di anime sparse
consiglio prudenza prudenza
riprova non arrenderti mai
apri le stanze
le chiavi le hai.
Aprirò quelle stanze
troverò l’anima mia
e tante anime ancora
come Afrodite
Dea dell’amore
anima pura.                                                     
 
                   Renato Finotti

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