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E se fosse accussì?

15 d’un agosto addietro

 
La città - mi dice - è vuota.
 
L’ha detto con gli occhi ad un cielo terso.
L’ha detto sul merletto dell’alba,
come avesse una biro sulla gonna.
 
Ho sentito
come chi viene da fuori. Da una duna, direi,
avendo il suo stesso pudore.
 
Rimane intatto lo stupore del getto
alla fontana che avvampa:
quasi fuoco, si piega alla buona condotta.
 
Nelle vasche quieta il tempo bello,
il tempo delle statue adorno
che da sole
ingrassano anche il marmo
e a meridiana
si segnano per l’ombra.

Piesse dell'autore: lo so Manu che ti secca che lo posti qui che poi devi spostarlo di là che poi qualcuno può dire che poi questo che vuole che siamo o non siamo seri che che che... che sono un ragazzo di passa cinquanta alla boa di poppa e quindi sono 46. E lo so, lo so non si deve ma scusate se fosse... accussì?
N.d.F.: è una scusa per pubblicare più testi... giurin giuretto non ne faccio più.

E poi c'è sempre il mare

e poi c'è sempre il mare
il lucido specchio in cui m'immergo
l'odore salmastro che riempie le narici
e allarga il respiro
 
l'orizzonte che mostra la sua curva perfetta
nell'arco che congiunge gli estremi
di verde e azzurro teso
 
                 la freccia pronta a scoccare
                 la rapida ineluttabile parabola
                 diritta verso il cuore
 
 

La mia PACE ....

Quando penso alla parola Pace, la prima immagine che quasi sempre mi si pone davanti è quella della bandiera multicolore utilizzata dai gruppi della Pace che rappresenta l’arcobaleno. La trovi ovunque, su un davanzale di una finestra, o su una porta, sgualcita e segnata dal tempo, dal lontano 2001, quando i venti di guerra in Afganistan iniziarono a far tremare il mondo per poi farlo precipitare nel baratro del terrore e morte e oggi quella Pace non esiste ancora. Un flash, dura pochi istanti e poi il tutto s’incanala dentro la tua anima ed a come lei sta in quel momento della tua vita. Quasi sempre in quella fase, se non stai male la parola Pace si integra, si mescola e ti porta a riflessioni generiche ma quando sei out, lei viene vomitata fuori o rigettata via come in una drammatica operazione  chirurgica. Out, cosa vuol dire out?
Fa parte di una o più fasi della vita che ogni essere vivente prima o poi deve affrontare come la ricerca del primo capezzolo del seno della mamma, alla morte di un tuo caro, alla fine di un amore o al latrato stridulo ed angosciato di un cane abbandonato in un canile. Dolore…
Esiste il dolore perche esiste la Pace. Esiste la Pace, perche prima hai incontrato la morte, la guerra,  …. il dolore appunto. In un grazioso cartone animato tutto italiano, dal titolo “L'apetta Giulia e la signora Vita” viene narrata la breve vita di una piccola ape operaia che morirà prima della sua mamma (l’ape regina), una situazione che in noi essere umani ti strugge ed angoscia: nessun genitore vorrebbe assistere alla morte del proprio figlio. In quella realtà, la morte viene esorcizzata e innalzata alla vita, tanto che la Vita e la Morte vengono raffigurati come due dolci bambini biondi e dagli occhi azzurri e con il vestito colorato differentemente (la vita di azzurro e la morte di rosso). Distaccati inizialmente e consapevolmente abbracciati alla fine, i due volano tra il cosmo e le stelle, si parlano e si cercano e si rendono conto che uno ha bisogno dell’altro. Planano sulla terra e su un grande cerchio a forma di orologio, danzano la vita e tutti i personaggi del film, uomini, donne, bambini, animali e piante ballano e cantano stringendosi in un magico cerchio, il cerchio della vita. E’ un cartone animato forte di contenuti e dolce, con bellissime canzoni (Irene Grandi e Raf), e che consiglio quando ad un bambino sei costretto a parlare della Vita e soprattutto della Morte…..

Insonnia

Adombrata dalla compagnia dell'insonnia, scrivo. Pensieri sciolti e frasi illogiche tra i morsi di unghie ormai svanite, pelle scavata, pulsante brucia per gocce di limone che frizzano tra lembi di pellicine smorte.
Scrivo per non pensare cara dama forbita, sei tu, signora Insonnia attenta ai vasi sanguigni del pensiero. Del suo sangue ti cibi, ingorda! Beffeggio sul tuo ghigno abietto, belle maitresse.
Piove.
Piacevole odore d'erba bagnata  filtra attraverso le persiane della mia stanza.
Un  tropico del cancro fermo a pagina centonovantuno attende lettura.
Signor Miller lei oggi è in fase malinconica, la prego di scusarmi se non la seguo verso la pensione Orfila, serbo candore per le sue perle, ma oggi la sua compagnia mi annoia...così come la filosofia di Foucault seppur di insaziabile interesse.
cosa offre  ancora il mio comodino?
uno "spiriti" già letto e un "padre padrone " da rimembrare...
Scialbo il mio approccio alla lettura ora.
Certo, strano accostamento apparecchia la tavola.
Miller, Benni, Filosofia e Ledda, senza contare il vocabolario rizzoli come  portata prelibata ai saperi della lingua.
Piove ancora.
Piacevole il tocco di una goccia caduca disfatta a terra. Encomiabile melodia.
La chitarra acustica ha il corpo di una donna, meraviglia del suo destreggiarsi in movenze lodevoli. Blandisce i miei sentori, con le sue carezze.

Piove
Io amo la pioggia, fende e purifica.

Fende la tua bramosia Madame Insomnie, purifica il mio sonno.

[Lato oscuro by MacondoBand]

Alle tempeste

Se non fosse per questo lago di sole
(oggi il cammino si scioglie lento)
restituire le note al buio

Oppure si potrebbe...

Quando lui sale la strada va per gradi

                                                        a Orme
 
A lui si può un pensiero di domenica,
che sia di un giorno andato o che verrà domani;
è sovra posto ai viali tesi di un qualche dove
all’ultimo del secolo
come sapersi in corsa a gonne
due di due.              
Ed i motori a folle sulle cronache discese?
Andavano - oppure è ora? -
scrivendo rombi in su le erte.
 
Quest’uomo(*) è ausiliario in vena al cielo;           
si leva e scioglie suole. Direi un nuvolo,
poi, di cui si spera pioggia.
Ha in sé il germe del cammino: in piedi l’aria
all’ovazione dei trafori a mente.
 
Ah, se solo si sapesse dai suoi passi
raccogliere i gradi di salita!
 
(*) Citata fonte in dedica.

Potrebbe essere...

Sulla guancia del monte, per venire al querceto

 
Sale con fatica l’acciottolato cronico ad un passo.
S’inebria al sole un sasso
e toglie ardore alle schiene avanti.
Si sopravanzano
radici a fior di scarpa:
l’ortica franca della notte da ier’sera
rende all’ombra auspicabile un riposo.
 
Se si volesse dormire,
sarebbe in piede a queste barbe.
Dita a guanciale sulla pelle, ci dovrebbe il monte
scostare
i suoi peli di legno.
 
Stemmo distesi a curva della terra,
dove ci chiama al cuore.

Piesse dell'autore: è venuto in un minuto. Scusate le imperfezioni: sto imparando ancora e non finirò tanto presto. Se non piace, abbattetelo... altrimenti, ab'battete le mani!
Ferdi

Stamattina, ad esempio

Stamattina
ad esempio, mi son svegliato dicendo
fra me e me
di avere una fame boia
 
risaliva dalle vene
fino alla lingua, lì disotto
Tu sai le papille che scherzo fanno
gli umori
 
Avranno una memoria loro
queste sensoriali?
Bah!
 
Mi son cotto due uova al tegamino
occhio di bue
mi sono messo a lavorare
 
e, tranne per un altro caffè a metà mattina
non ci ho pensato più, fino alle tredici

Malinconici i poeti


.
Come grigia coltre
le nubi a volte
di pioggia vestono l’umore.

Malinconici i poeti
valicando le stagioni della vita
s’allacciano agli aromi dell’autunno.

Nostalgiche visioni
proiettano attimi di chiarore
gli altri, il mondo
inconsapevoli fiammiferi
dolce fonte di tepore.

E nemmeno un po’ lo immaginano
d’essere luce e accesa
a volte grande ispirazione.

Nascono così
parole intinte in pregiate essenze
d’oli crepuscolari e languide assenze.

tiziana mignosa
marzo duemiladieci

Gerico

le tue parole hanno sgretolato
il mio muro di indifferenza
cattiverie corrosive come acido
pisciato contro l’intonaco
hanno  impietose messo a nudo
la mia barriera di calce e sassi

ora sto spazzando le briciole
del mio superego sconfitto
e soffro, finalmente soffro
libero da artefatta corazza
mentre il mucchietto di sassi
affoga in un mare di lacrime
 

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