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L’autobus (vuelvo al sur)

 
Nel fumo del tuo sguardo
non conosco il tuo nome
eppure so di rivederti ogni ora
come la prima volta
 
e ti racconto sempre
dei miei colori
ma il vento cambia
ed il secondo pensiero
vaga e sfugge
 
centimetri d’aria
tra le mani
l’autobus che perdemmo quel giorno
passa ora
 
è un’immagine
di tempo indefinito
destino voltapagina
si sfalda
 
fammi tornare
verso luoghi nuovi
con lo stesso vestito.
 

Così, come così

Così, come così, le labbra cotonate al genio
chimico/
retrogusto il palpito/
così addormentarsi nella sera
ed il risveglio/
un'altra notte, la tua bocca
 
 

La fine della notte

M'aggrappo stretta
alla notte
mentre il sole risorge
e i miei sogni
la luna porta lontano.
E'davvero ora
di ricominciare a vivere.

Abbraccio forte
la fine della notte,
e la imploro di 
tenermi con sè
ancora un po'.
 

Joaquin Sabina - Inventario

Las cosas que me dices cuando callas,
los pájaros que anidan en tus manos,
el hueco de tu cuerpo entre las sábanas,
el tiempo que pasamos insultándonos,

Naufragare

s'affanna il cielo di grigio
si chiude e precipita poi
di goccia in goccia
 
                                 a migliaia a milioni
 
senza lenire l'arsura
l'acqua ruscella rapida
s'insinua nelle crepe e scava
                                    scava
canali
generando frane
                   di fango
dagli occhi
alle labbra e giù
sul collo
 
                                ah!
                                era di te che parlavi
 
la falda freatica si riempie
e tracima
 
pallide figure stanno
coi loro inutili sacchetti di sabbia
sussurrano salmi o bestemmie
 
contemplando la rovina
 

  

Cedere

Pre - 3
 
Posano ad uno ad uno
i passeri della noia
 
di cui il traliccio solito
in punta al capo
era tribuna e attesa.
 
Stiamo per volarci intorno.

In - 1
 
La campagna ha un cuore
che ci domina;
si muove l’altro, azzurro ad osanna.
 
Con cura i passi sporcano l’erba
di fruscii.
 
Nell’antro del petto
il battente si mostra aperto
a ciò che in mente non entra.
 
Ad ognuno tocca disobbligare

i fiori dal canto.

Pro - 1

 
Tendimi! tendimi!, come molle le mani.
 
Le lingue
vanno tra di noi
come liberati dalla bastiglia
ma testardi muscoli al fianco
di una rivoluzione.
 
Distanze ultime le quasi parole.
 
Il silenzio si spiega dalla presa delle dita.


Con  - 1

 
Da farsi
per comparsa il tuono.
 
Cala qualsiasi nero
a gocce:
 
Non so perché non sono
nero, o forse solo.

Il buco nell'uomo

La folla lo trovava allora strano
eppure attento geniale complesso
triste depresso. Di macigni si
gravava non gesso, lui che il mondo
piangeva percorreva consolava.
L'amava, chiamando seco, sentiva
della gente gli afrori sapori lai,
quelli perduti nella loro notte
chi l'aurora sperava quanto mai.
Con braccia grandi come orizzonti
occhi profondi da pigliare il mare
cuore d'amore come fornace
nel quale tutti voleva portare.
Un buco venne fatto nel costato
e la terra tutta s'è bagnata
ci prese la mano, poi l'ha lasciata
era compiuto il sacrificio sommo,
il mito rispettato..

P.S.
Sono graditi suggerimenti e critiche costruttive.

Delle forme, delle Idee, delle Categorie a Yellowstone

“Andiamo Bubu”.

“E dove?” rispose Bubu saltellando ora sulla punta di un piede ora sulla punta dell'altro onde cercar di capire qual'era la gamba migliore che avesse, di cui potesse fidarsi di più nel caso gli fosse capitato di dover correre su una gamba sola, o anche unicamente di camminarci, su di un solo piede, a Yogi Bear che già si stava incamminando spedito.

“Mi verrà in mente durante la giornata” si lasciò sfuggire l'orso più grande sorridendo tra se e se con espressione furbesca e sorniona senza aggiungere alcunché non voltandosi comunque né di lato né tanto meno indietro, che altrimenti l'amico avrebbe potuto pensare chissà cosa una volta che gliel'avesse scorta.

Si si, Yogi conosceva perfettamente il compagno, o almeno credeva di conoscerlo stante che erano nati lo stesso minuto, la medesima ora, giorno, mese ed anno, ed avevano sempre convissuto.

Sapeva per esperienza che a Bubu, a volte succedeva.

“Quello è un salmone” aveva urlato per la gioia alzando le mani al cielo Yogi dopo averle tenute a mò di visiera sugli occhi. Per alcuni istanti, dato che erano sulla sponda che dava contro il sole: un sole che così pulito tutti e due, sia presi isolatamente che insieme, non l'avevano mai visto riflettersi sulle onde argentee di quella enorme, pericolosa ed altrettanto immaginifica, ombrosa, fresca distesa d'acque.

E Bubu di rimando abbassando ambedue le braccia lungo il corpo. “è una carpa”.

Coriandoli sbiaditi

Foto in bianco e nero
stracciate
piovono dalle tue mani
frenetiche convulse
a fare coriandoli sbiaditi
della tua esistenza
della tua storia
ora sono tutte ai tuoi piedi
meste disseminate in attesa
di un colpo di vento
gelido e furioso
a portarle lontano
disperse nel nulla
 

Sei con me stanotte

Stanotte sei con me nella tua interezza
nel più stretto abbraccio l'essenza di te. Leggi tutto »

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