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Dolcezze al tramonto

I colori del tramonto
sui nostri visi incantati
mentre il sole s’immerge
rosso nell’onda
e tinge del suo colore
cielo e mare
e monti affacciati
sulla costa assopita.
Brillano di luce nuova
i nostri sguardi
perduti sognanti
nell’incanto
nel silenzio magico
delle nostre voglie.

Come in un puzzle.

il cristallo sfaccettato dei tuoi occhi
rimanda immagini spezzettate Leggi tutto »

Luigi Proietti - Mio padre è morto a 18 anni partigiano

Proietti recita magistralmente una poesia di Roberto Lerici il cui significato va oltre le motivazioni politiche ed il posizionamento storico della poesia stessa.
 
Cercatelo su youtube
 

Memorie (inutili)

Quando il mattino della vita, dalle grandi vetrate degli occhi infantili mi faceva luce dentro e irrequieto curioso straniavo gli obblighi dati, avevo un fortilizio solitario dirupato, trovato nei molti viaggi fantasiosi tra i muri crollati d'un palazzo dalle bombe sventrato. Luogo pericoloso a vista per soli alieni a caccia di misteri, dove le erbacce caparbie, lentamente, riconquistavano spazi abbandonati, angoli riparati in cui la guazza bagnava semi dal vento trasportati. L'angolo più recondito ombroso, di giorno in giorno si faceva covo, una parvenza una scarna copia d'un habitat domestico più noto: un sedile e un desco di pietra scalcinati, inutile lume una bugia rotta, un vecchio chiodo infisso nel muro per appendere bastoni cianfrusaglie raccattate; una boccia crepata teca d'una lucertola viva alimentata e mosche giornalmente. Arredi patrimonio tesori del pirata che premeva nascermi nelle voglie di volare, andare via. Sulla breccia d'ingresso fissato come chiave di volta, i resti di un rapace impagliato acefalo, per spaurire terrorizzare - forse - gli intrusi. Senza rendermene conto, piano piano, tutto scivolava via tra i nuovi interessi legati alla crescita, di cui non ho  più contezza ma, quella, la rocca segreta solitaria, è restata. Ha figliato. Ora lì c'è un palazzo di dieci piani.

25 aprile 1945. Liberazione

              
          

Tu che sei anelata insieme al profumo del biancospino
e rossa ti sei tinta a sormontare ogni ostacolo maligno;
per distenderti su verdi prati ancora umidi al mattino;
tu viva con l’onor dei torturati, onor più duro del macigno.
 
Per te popolo insorge a fianco di partigiani a tentar difesa
di donne, di bambini che non conoscono né gioco né futuro
ma sanno del pianto, della fame, di una guerra incompresa
e di troppe vite finite da rumor di spari contro un muro.
 
Ora il sole splende sui morti che al grido di “libera Italia”
hanno sovrastato e smorzato il crepitìo dei moschetti
perché di fronte alla morte è l’avvenire che ammalia,
un avvenire libero, strappato alle vite, strappato agli affetti.
 
Ultimo atto. L’aguzzino coperto d’onta è costretto alla fuga.
Di nuovo gente nelle strade; sui volti dolore, speranza, passione,
è la fine del terrore e anche la più piccola lacrima si asciuga.
Era il venticinque aprile del quarantacinque. Liberazione

Inno

 salvami
           salvami
                      salvami
sciogli
 
la voce arrochita
elevala a canto
a inno
 
                   -jauchzet, frohlocket-
 
vita/verso/vibrazione
gyv-atà per andare alla radice
                   fino al substrato
 
dove sto acquattata
accoccolata
le ginocchia fra le braccia
 
io             in-attesa

  

I due cavalli

Dagli stati uniti Maria luisa ha ricevuto questo racconto ed io desidero farvelo conoscere
               
                                 
 
I due cavalli.
C’è un posto, in campagna, dove, in un prato, ci sono due cavalli.
 
Da lontano, un cavallo sembra uguale all’altro. Ma se fermate la macchina e vi
avvicinate a piedi noterete che c’è qualcosa di sorprendente
 
Guardando negli occhi di uno dei due cavalli scoprirete che è cieco.
 
Il suo proprietario non volle sopprimerlo, ma gli offrì una buona dimora. E anche
questo ci stupì.
 
Se state vicino a loro ed ascoltate, sentirete il suono di una campanella. Se cercate la sorgente di quel suono, scoprirete che proviene dal più piccolo dei due cavalli nel campo.
 
Attaccata alla cavezza del cavallo c’è una piccola campanella.
 
Essa permette all’amico cieco di sapere dov’è l’altro cavallo,di scoprirlo e di poterlo seguire.
 
Se vi fermate ad osservare i due amici vedrete che il cavallo con la campanella controlla sempre il cavallo cieco e che quando quello cieco sente la campanella si avvicina lentamente all’altro, fiducioso d’esser guidato e di non smarrirsi.

La foglia al fiume

Non ti ho mai detto i pensieri ricorrenti
i disegni del domani
che il mio percorrere la vita
come una foglia il fiume

La luce spenta di un piccolo diamante.

Non sapevo che il nero profondo del buio potesse accecare come un lampo improvviso nella notte. Eppure brancolo nel buio accecante del profondo dell’anima sperando di ritrovare il filo rosso che mi riporti alla luce naturale, allo splendore del rosso acceso del mio cuore. Sprofondato nel nero assoluto anelo la gioia dei colori della poesia. Piccolo, iridescente diamante sfaccettato, racchiuso nella mia mano che da tempo ha spento i suoi meravigliosi riflessi. Ti metterò lì, incastonato, vicino al cuore. I suoi battiti ti faranno rivivere, tornerai a regalarmi l’iride dei tuoi colori.

Un sentiero

Un sentiero
scolpito sui viali del tempo
a segnare il destino
degli uomini stanchi.
Come un arco
che ascende alla volta celeste
per perdersi
tra gli echi degli astri
ed i pianti delle stelle.

Alexis
23.04.2010

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