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Il buco nell'uomo

La folla lo trovava allora strano
eppure attento geniale complesso
triste depresso. Di macigni si
gravava non gesso, lui che il mondo
piangeva percorreva consolava.
L'amava, chiamando seco, sentiva
della gente gli afrori sapori lai,
quelli perduti nella loro notte
chi l'aurora sperava quanto mai.
Con braccia grandi come orizzonti
occhi profondi da pigliare il mare
cuore d'amore come fornace
nel quale tutti voleva portare.
Un buco venne fatto nel costato
e la terra tutta s'è bagnata
ci prese la mano, poi l'ha lasciata
era compiuto il sacrificio sommo,
il mito rispettato..

P.S.
Sono graditi suggerimenti e critiche costruttive.

Delle forme, delle Idee, delle Categorie a Yellowstone

“Andiamo Bubu”.

“E dove?” rispose Bubu saltellando ora sulla punta di un piede ora sulla punta dell'altro onde cercar di capire qual'era la gamba migliore che avesse, di cui potesse fidarsi di più nel caso gli fosse capitato di dover correre su una gamba sola, o anche unicamente di camminarci, su di un solo piede, a Yogi Bear che già si stava incamminando spedito.

“Mi verrà in mente durante la giornata” si lasciò sfuggire l'orso più grande sorridendo tra se e se con espressione furbesca e sorniona senza aggiungere alcunché non voltandosi comunque né di lato né tanto meno indietro, che altrimenti l'amico avrebbe potuto pensare chissà cosa una volta che gliel'avesse scorta.

Si si, Yogi conosceva perfettamente il compagno, o almeno credeva di conoscerlo stante che erano nati lo stesso minuto, la medesima ora, giorno, mese ed anno, ed avevano sempre convissuto.

Sapeva per esperienza che a Bubu, a volte succedeva.

“Quello è un salmone” aveva urlato per la gioia alzando le mani al cielo Yogi dopo averle tenute a mò di visiera sugli occhi. Per alcuni istanti, dato che erano sulla sponda che dava contro il sole: un sole che così pulito tutti e due, sia presi isolatamente che insieme, non l'avevano mai visto riflettersi sulle onde argentee di quella enorme, pericolosa ed altrettanto immaginifica, ombrosa, fresca distesa d'acque.

E Bubu di rimando abbassando ambedue le braccia lungo il corpo. “è una carpa”.

Coriandoli sbiaditi

Foto in bianco e nero
stracciate
piovono dalle tue mani
frenetiche convulse
a fare coriandoli sbiaditi
della tua esistenza
della tua storia
ora sono tutte ai tuoi piedi
meste disseminate in attesa
di un colpo di vento
gelido e furioso
a portarle lontano
disperse nel nulla
 

Sei con me stanotte

Stanotte sei con me nella tua interezza
nel più stretto abbraccio l'essenza di te. Leggi tutto »

per un tozzo di fango

non c’è più terra fratello
sulla quale procedere guardingo
fianco a fianco
spalla contro spalla
che protegge dal nemico

Il portiere di notte.

(un rapido sguardo ammiccante decide il percorso preciso
le chiavi sapienti dischiudono l’accesso al nuovo paradiso
lui che comanda discreto il circo di spettacoli ed arte varia
dal banco assonnato annuncia il ripetersi dell’ars amatoria)

il lift con sorriso complice ti accompagna al primo piano
non hai bagagli con te, ma comunque lui tende la mano
con fare distratto lo guardi e gli allunghi una banconota
poi chiudi  la porta e interpreti la parte da te conosciuta

trilla il telefono e “pronto?”, mentre lei si attarda in bagno
urli al portiere di notte “Cristo! stai infrangendo un sogno”
con voce arrochita e stanca ti risponde l’uomo in divisa
“signore lasci la stanza non accettano la sua carta Visa!”
 

Cesarina

 Cesarina era mia madre, e questa è la straordinaria storia che mi raccontò.
 
IL PADRE DI CESARINA
    Luigi, il padre di Cesarina, era molto bello. Questo era il motivo precipuo  per cui Maria, la madre di Cesarina, l'aveva sposato. Si erano conosciuti perché lavoravano entrambi a servizio, credo della principessa Pignatelli, dove Maria faceva la cuoca e Luigi il maggiordomo.
  Maria, quando conobbe Luigi, era vedova: il suo primo marito, Renato, era morto nella Grande Guerra, anzi, era stato uno dei primi morti di quella tragedia. Non in un'azione militare, ma era morto di tifo, lassù al nord, lasciandola da sola con due figli piccoli, a Cesano, un paesino vicino Roma. La sua era una famiglia  contadina, ma la terra era andata ai suoi numerosi fratelli maschi, lasciandola senza mezzi di sussistenza.
Per questo lei si era trasferita da Cesano a Roma, per poter lavorare e mantenere i suoi due figli. Aveva fatto prima la sguattera, poi la cameriera e piano piano, lucidando scarpe e argenteria, pulendo saloni e verdura,  aveva salito la scala sociale di questo mondo servile, diventando cuoca.
  Ed insomma, ad un certo punto aveva incontrato Luigi. Aveva 11 anni meno di lei. Era alto ed aveva un sorriso luminoso. Veniva da Rimini ed anche il suo buffo accento contribuiva al suo fascino. Non so se fu amore a prima vista, non so chi corteggiò chi. Ma il fatto è che nonostante l'opposizione dei suoi due figli di prime nozze, Primo ed Egle, che lo consideravano un avventuriero, Maria lo sposò. E così nacque Cesarina, nel 1928.
  Purtroppo, la vita con Luigi sembrava confermare i sospetti dei suoi due fratellastri. Luigi, forte bevitore, prima perse il lavoro, poi cominciò ad essere assente per periodi sempre piu' lunghi. Maria non solo dovette continuare a lavorare, ma fu costretta a mettere Cesarina in collegio, dove rimase sino a che non ebbe 15 anni.
 

cani salterini

Pre cedere - 2

Sotto l’arco di trave sta come la soglia
la vecchia donna: in grembo due tremori,
ma niente dal gelo che si veda.
 
Il sole si fa minimo per entrarle negli occhi.
 
Non c’è spazio quanto distanza:
chi chiuse le palpebre, volle la notte.

Cose Così [pathway in monet's garden]

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