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Una giornata particolare

 
Sulla facciata grigio chiaro
del nostro scolorito palazzo
qui a Pietrogrado a un passo
dalla Prospettiva Nevskij,
questo nostro inverno russo
sta appeso alla ringhiera di ferro
e sui cornicioni
del ghiaccio che scioglierà
solo in estate.
 
Tuo padre tossisce ancora
"Ci vorrebbe del pane" sospiri.
Io penso: "Non si può continuare così".
Dai vetri della stanza
il brusio assordante
tra il vapore del nostro fiato
è la gente in strada.
Tutto è un fiume in piena.
 
Le campane suonano anatemi
a coprire i colpi dei cannoni
dell’Aurora sulla Neva
e della polizia sulla folla che muore.
Un istante e anche noi siamo giù
e si rotola
e si spalanca il portone.
 
"Se vuoi baciami adesso amore
io sono qui o subito o mai più".
Poi quasi urlando:
"Fallo dai che aspetti potrebbe esser l’ultimo".
"Oppure il primo rispondi"...
"Che si cominci a mangiare almeno"
sussurro tra me.
E tu... sei bellissima.
 
Sulla strada la gente vola
e anche tu, anch’io
sulla strada voliamo tutti.
Volano i nostri vent’anni.
"Ho imparato a odiare" penso
"la fame mille cose insegna"...
 
Sbatte nell’aria la rossa bandiera,
terremoto della terra che muove
questa terra che urla.
Le gocce del fucile piangono.
Strepita nell’aria il nome di Lenin
che dal camion con impeto
piega il braccio avanti.
Latra nell’aria il tuo cane
che morde il culo a chi scappa.
E sulla Prospettiva Nevskij
fischia il vento e la folla è immensa.
 
Tu corri, io dietro.
Uno straccio rosso al polso
io al collo.
Che da stasera si ricominci a vivere almeno
senza morire più
di fame...
 
 

Risacca

Questi fiotti di mare
con furore si frangono
in scroscio di scogli.
 
Non sento più niente altro
che un tramestio di danze
nella risacca
 
e sgorgano candide in scie
che canore s'accordano
alle mie nostalgie.
 
 
23 dicembre 2008
rev. aprile 2010

Sulla sabbia una lacrima.

 
Un pensiero, uno sfioro un bacio,
una carezza tra i capelli
ogni sensazione mi riconduce a te.
 
Sulle note di passate glorie
amore,amore e amore ancora dimora.
 
Là dove il cuore un solco traccia
ove lacrima come seme di desiderio germoglia.
 
In un pugno di sabbia
che ne anima e tempo
potrà mai calpestare.
 
Atlantis.
 

Storie e memoria.

 I ciottoli
del torrente
lisci consunti
come gradini di
una cattedrale antica
indirizzano la corrente
da uno all’altro verso valle
un flusso vitale inconscio deviato
a tratti interrotto si riprende sempre
senza meta apparente però scontata: il mare.
Così la storia dei desideri dei sogni - ansiosi spesso
che precipitano rimbalzano tra pietre lise di gaudio paure e opportunismi
giù fino agli arenili lisci ordinari dove si acquietano con la fine di tutto: la memoria..............
 

Epigramma 2

 
se scelgo di me
quello da scartare
resta poco o niente ma
mi piace assai.

Nelle mani

  nelle mani e' trattenuto un gesto
una tensione dal gomito alla punta della dita
un fervore inatteso e vitale
privo di turbamento e di malizia
 
come quando nuove foglie nascono dal ramo
srotolandosi e protendendosi alla luce
 
sarà sogno o sarà realtà
o non sarà niente di tutto questo
qualcosa come una pausa fra due note
una soluzione di continuità
: comunque sarà :
 

Alzati diversamente

Alzati, alzati diversamente
nelle palpebre.
Così distesa non cogli l’orizzonte basso,
il taglio che soggiace alla finestra,
il tropico del tramonto.
 
Alzati. Solleva semplicemente un sì.
Semplice come dire t’amo al buio
e fuggire da ogni parallelo. Alzati, andiamo.
Hai fissità che mi allontanano dalla sera.
Sollevati. Alza il mento e deponimi
al di qua del saluto.
 
Alzati,
se ancora non mi hai colto,
sappilo.

Cado

Ho paura di sprofondare
nella nuvola piena
di sogni e timori.
Mi lasciano cadere,
in questo enorme baratro
del mio pensiero.
Scivolo,
è troppo profondo,
non credo di farcela.
Buio, notte infinita,
abbi pietà di me.
Vuoto, enorme vuoto,
abbi cura di me,
rendi la mia caduta un volo.
Brezza,  pura aria,
dammi conforto.
-Tornerai a galla.-
Prima o poi.

Vulcano in festa

E vorrei esplodere
come vulcano in festa,
vestire il mondo dell'arcobaleno
che mi muove dentro.
Vorrei dar forma a quell'amore
di cui la mia anima si nutre,
bevendo dal solo sguardo
di quel ridente sole.
 
Alexis
08.04.2010

D'Aprile

cielo

(foto presa nel web)

E’ un foglio di carta sgualcito

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