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En forme de

 
… allora diciamo di sì che forse potrei
navigare a vista senza calibrare i bassi
della voce e poi cambiare pelle mutare
come le lucertole aspettare l’ora bianca
immobile sul sasso senza dare un senso solo musica
così come un vinile che gira all’infinito
 
                                    potrei
 
rincorrerti paesaggio al finestrino in un’estate di treni
così, senza gallerie potrei lasciarmi scivolare
come dentro l’acqua salsa in schiuma e sabbia
di barche capovolte e reti rammendate
                            
                                   trasformarmi
 

La sposa di Maggio

Come è bella la sposa di maggio
bella nel suo abito bianco
con mille e mille
chicchi di riso
sulla sposa la sposa di maggio.

Come è bella la sposa di maggio
il velo sugli occhi
l'abito lungo
leggera come una modella
oh come è bella la sposa di maggio.

La gente nella chiesa
trattiene il respiro
quando incede leggera
sino all'altare
oh come è bella la sposa di maggio.

Chicchi di riso
sulla sposa di maggio
e sull'altare il suo compagno
si vede che l'ama
d'amore sincero.

L'organo suona
e sembra che lei danzi
e un sorriso
prende la gente,
la sua voce è sottile,
lei è la sposa di maggio.

Fuori,
sopra un muretto
un poeta di strada
guarda il suo gatto,
l'amore non muore
sia grande o sia leggero
l'amore non muore
nemmeno nella pioggia di riso.

Quel gatto,
il suo piccolo gatto
si struscia ai suoi piedi
e il poeta sorride
oh come è bella
come è bella la sposa di maggio.

ricordati, tutto è poesia, ma...

Nell'abbandono verso un sentimento
mi dichiaro reduce, in battaglie perse
tengo fisso lo sguardo all'orizzonte di pace
ma per descrivere la poesia
ho bisogno di trampoli, forse cosi cresco nello
sbilancia- mento, per non cadere nel logico.
arduo è
il compito. M'arrampico tra le nuvole
mi faccio dondolare dal vento
cerco lei dentro il Cuore,
e tra i miei mozziconi cerco
memoria per non ingannarmi,
per temperarmi. Cerco,
forse ad occhi chiusi di
recuperare il soggetto primo.
ho la fantasia,
la realtà,
filanti sensazioni
fragili emozioni
forbici non umane
mi ri- tagliano i colori
pennelli li mescolano,
ho appigli su corolle, ali, fiumi...
ma non è tutto.
Per arrivare al senso magico
occorre un duro impasto,il lievitare
sul desco e attendere
che maturi il frutto.

Olga Carol Rama

 Ha 92 anni Olga Carol Rama, amica di Edoardo Sanguineti, Felice Casorati, Albino Galvano, Italo Calvino, Massimo Mila, Carlo Mollino e molti altri. A New York conosce Andy Warhol, Orson Welles e soprattutto Man Ray, con il quale continua a frequentarsi fino alla morte di lui avvenuta a Parigi il 18 novembre 1976. Carol Rama affermò coraggiosamente che: “Il senso del peccato è stato il mio più grande maestro!” Questo suo trascorrere del tempo “fa vissuto”, come ama esprimersi definendo così, qualsiasi “esistenza” che conserva l’impronta del trascorrere del tempo. Una brocca screziata, “fa vissuto”! Un’anziana donna, “fa vissuto”, un collo di volpe argentata consunta, “fa vissuto”!     Giuseppe Lorin per Rosso Venexiano, interviste                     continua a leggere qui

Maria Assunta

La chiazza di sangue era enorme.
Il rosso brillante si stava già scurendo ai bordi, virando verso il nero.
Mamma e papà capirono finalmente cosa aveva cercato di gridare nonna dalla finestra e misero una mano davanti agli occhi di noi due bambini, perché non vedessimo quell'immensità rossa spuntata nella tromba delle scale di casa. Ma era troppo tardi. Avevamo già visto. E se anche non avessimo visto, sarebbe bastato l'odore che impregnava tutto: un odore denso, sconosciuto e dolce.
Ci spinsero in fretta in ascensore, e poi in casa. Mentre aspettavamo il pranzo seduti in salotto, sentivamo i genitori e mia nonna che confabulavano in cucina. Non ci dissero niente, nessuna spiegazione. Ma noi sapevamo che bastava aspettare. Quando mamma e papà furono usciti per tornare al lavoro (allora non esisteva l'orario continuato), chiedemmo a nonna. E lei, con la tipica ruvidezza contadina di chi ne ha viste tante, rispose: «Ma niente, quella pazza di fronte si è buttata di sotto, dall'ottavo piano». Mio fratello voleva sapere i particolari: come avesse fatto, quanto ci avesse messo per arrivare e com'era dopo essersi schiantata a terra. Io chiesi perché. Alle domande di Paolo, mia nonna rispose con dovizia di dettagli. Alla mia, con un'alzata di spalle ed un sollevarsi degli occhi dal cielo.

In gocce

Sei un attimo di stelle
potente bagliore nel buio
ti trovo nell'odore
di passi ciechi e aggrovigliati
sei soluzione a eterni dolori.
Sei dolce punta di spillo
in gocce mi verso
e a terra mi raggrumo
con la terra m'impasto.
E di te m'innamoro
nel ricordo di ieri
in prospettiva del domani.
L'oggi si compie
nell'ora dannata
che spesso maledico
nel suo odioso divenire.
Un cristallo di tempo vorrei
che fosse nostro da guardare
e al tocco fosse luce..
Liberazione dal consumo.

Piove

Piove
Ripiove, è nebbia, anzi
Sui tetti della scuola
Tegole
Dilagante carmisino
Tutto uguale per cui
I fili
Rimarranno a secco
Ahi
Diventeranno
Come le mimose
Credo
Ma ben vengano
Zefìri
A solleticare/ chiaro
 

segreteria telefonica

questo tempo non ha figli
nè boschi verdi d'estate
a cui dissetarsi

nel tuo viso
lavorato dagli anni
si addensa ogni alfabeto

la poesia è un lusso
che non possiamo più permetterci

 

Collidere - III

                                   Ah! le interpunzioni accampate nel tergiverso.
                                                          
                                                                               Qui o lì,
                                                                                che importa il dove al dopo di metafora?
 
Si chiede alle pervinche
sui ‘ di cinta della lingua
come pelurie di sgomento a pelle
un altolà agl’intrusi;                                         ma dove andremmo, noi, mitili della parola
                                                                                 a scampagnare le valve del sopore
                                                                                 dai ricicli sublimati?
 
                                                                                   Spesso la diacronia dei semi
                                                                                   non abbassa ai polmoni
                                                                                   l’apnea dalla bocca.
 
                                    
                                     Quindi si va
                                     oriundi del non dire.
 

Frammento di Luce

Adoro destreggiarmi
tra forme e spazi di luce.
Brillante frammento
di una sabbia tramutata ormai in vetro,
il ricordo di una spiaggia, un sole, un deserto.
Finestra da cui affacciarsi per guardare oltre,
scheggia da conservare nel cuore
per esplorarsi all'interno.
 
Alexis
01.04.2010

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