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nuovi echi


"nelle bolle
di echi
astrali
aspiro 
conquiste,
evanescenti 
draghi 
dello spazio 
accompagnano
i miei 
pensieri,
osservo 
nel brillio 
di quel vuoto
sogni
non consumati, 
lucido
ali
polverose,
e occhi 
curiosamente 
obliqui
intrecciano 
i miei sentimenti
rotti,
pulsano
sincronici
desideri
alla ricerca
su nuove 
galassie
d' indizi,
alieni riscontri,
per rimettere 
la lucida 
follia
in forma
con aliti ,urla 
pianti e risa,
stringendo
tra i pugni
sospiri
alla ricerca 
di quiete." 

senza titolo

 
 
sui primi mesi
il tempo breve giace
pura l'attesa
 
rincorre albe chiare
la fine della notte.

Poeti - 2

 2.
 
                          [Majakowskij]
 
Ah, come amo Majakowskij

     ed il suo vessillo

                    rivoluzionario

Soffocato dai drappi funerari

                dei burocrati assassini

 
La sua morte
            non fu resa

                    cedimento

 
Ma l’unico modo

Di dimostrare

                    che il popolo
                                amava 

                                            il suo canto 

 
In centinaia di migliaia

            al suo funerale

Alzammo il bavero del cappotto

Alzammo il bavero del cappotto
come in vecchio film
del sessantotto.
Fischiammo una canzone di Battisti
noi che eravamo
sconfitti e tristi.
E tutto sembrava rotolare via
e noi
gli ultimi figli dell'utopìa.
Così andammo al mare
per giocare sulla sabbia
l'ultima partita di pallone
e poi dentro quelle onde gelate
noi
poeti scalzi
idioti
noi che pensavamo antico
andammo dentro quelle onde
lasciando i nostri abiti
sulla spiaggia.
Qualcuno trovò poi un libro
di poesie
di Wihtman
ma ormai era tutto bagnato
e sporco di catrame.

Cose Così [la casa bianca]

E' un bosco fitto che si staglia sopra il bordo dei miei occhiali, torma di conchiglie bottiglia su radici di terra rossa. Un movimento ondulato, come di rondine a planare, sospetto primaverile con in tasca  germogli acerbi.

Le note rosse in blu (a Sofocle - Fausto nda / ndr - in rimando, al giusto doversi)

 
Irridevi i ponti traversando guadi alti:
non girasti il capo, chiuso in fiore:
un fiore d’acqua amara, umana in portamento;
 
zagara innescata all’arco del colore.
Frecce curve, precise; manfrine alle congiunzioni.
 
Avevi un secco occhio da sonnambulo
pupilla di bromuro
l’altro era luce e rovistava tascapani e incurie.
 
Ma poi d’un balzo
capriola l’ansia dei carretti nei posti dei camiòn
e quindi:
 
A tanto devo l’arnia, mi disse,
in cui sciamano le ragioni
le notti sgranate a byte
i nomi ruvidi in controcanto avorio
le note rosse il blu Peloro
Cariddi in C major
negli assoli.
 
 
Pesa e diversamente poggia
un rigo al pentagramma
da quel calibro
di passione.
 

Haiku

Stretti nel tango
cresce l’eccitamento.
Pura passione.

                      

Tanka

Sciolta la neve,
felice primavera
bussa alla porta.
 
Esulti cuore se odi
l'usignolo cantare.

Leggerti gli occhi

leggerti sempre negli occhi
quello che sento sgorgare
dai miei umidi spalancati
mentre in nudità frementi
seduti di fronte ci teniamo
per mano per avvicinarci
lentissimamente cosce sulle
cosce ad approcciare i fiori
ognuno turgido a suo modo.
approssimarsi per raggiungersi
lo sfiorarsi appena è brivido
incantato di rugiada che scende
dolcemente la schiena o il petto
fino al concavo tra noi chiuso
lo stelo nella tua corolla madida
le mani le braccia sono liane
avvinghiano i torsi viepiù
finché il rito gioia e paradiso
non sia sommo.
 
 

Memorie di un verme

Striscio come un verme che divora la terra,lasciando dietro tutta la clinica armonia racchiusa nell'essere artificiale.

 

Striscio come un verme sottoterra dove aleggia una calma sperimentale interrotta da scariche elettriche sputate dal cervello che rigetta ogni tipo di realtà

Striscio come un verme nelle vene uscendo dall'epidermide a osservare le ossa spolpate e bolle di sangue che esplodono spargendosi sulle lamiere.

Striscio come un verme sull'asfalto bagnato e osservo la decadenza della mente incrostata dalla corruzione.

La danza macabra collassa il destino di chi ancora ci credeva. Ma ora restano sepolti. Restano sepolti dal nero degli occhi di chi sa guardare il lato differente.

Come aghi conficcati nell'anima che inchiodata al palo implora perdono al possessore che deluso reclama una giustizia irrisoria che lenta svanisce in nuvole di odio.

Ma io come un verme resto sotto il sasso ad aspettare tempi migliori.

 

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