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blog di ariele57

quel che si vede c'è

intorno a noi
 aria invisibile
e vanno mille colori
per rinchiudere i cerchi
che allargano lo spazio.
 
osservo universando i lumi.
 
 
dietro un faro
 c'è un filo di ricerca.
 
dietro una lampara
una scia che va svelta.
 
dietro il brillio di una fiamma
una mano esperta.
 
si sospendono gli occhi.
 
dietro la magia costante
della luna
 c'è una stella. 

sursum corda

una bestia nella bestia
sul nostro sterrato
 
striscia.
 
 
s'invischia 
sull'innocenza
ha polvere patria
e non poggia su l'atlante
ma su spina
vaga cercando
e semina d'oro dorato
e noi suoi schiavi.
 
...urla essenza...
 scioglimi il cappio...
 
 
glottide in tempesta
il nero attiva
e sprofonda
 
 
come orfani in  secca
al limite
di uno tsunami
 
bruciamo...
 
una voce ri-chiama
 
al di la
di ogni umano sentire
per non dimenticare
che si può sempre
nel duro cammino
fermarsi
nella sua luce

componi-mento

 
"sai l' uncino 
sorvola maglie
composto il laccio
intreccio.
toc tocco
quanto il becco
che assorda.
osservo,
un pinguino trema
al risveglio 
dell'iceberg.
io 
muovo il dito
sul freddo marmo
non mi rattristo
né piango. 

Ri-cercami Sonnambulo

"parlando dirò alla notte
d'abortire la luna
e nel silenzio ghiacciato
taglierò le maglie
al sonno impertinente
vedi,
sospiri.
filerai con un guizzo
al vento
in un risveglio
mai sperato
solitaria foglia".

Karen

 
romanza
colpita affondata,
tu regina di ogni goccia
in favola imbuto
di trasparente stalattite.
Sognando sillabe
mi frammento 
eterna roccia.
In te  dolorosa ancora.
mi sporgo su rara
visione d'incanto
tu che sai fare tutto,
con dolce  amore,
ad ogni  duro colpo
un attacco, un vivo sistema
che fletti in resistenza.
Ad ogni silenzio  mio fosco in te
cerco lanterna.

una trama esposta

 

di natura 
sovrana o matrigna 
ci si lamenta.
eppur con lei
dobbiamo fare i conti
che dire 
piange il cuore
sul teatro 
punge il fianco
sullo scempio
e gridiamo ad una voce
nel dolore del nulla
macerie e  sangue
e anime perse.
 

 

dopo l'abbuffata del vecchio

s'alza mai sazio dal tavolo,
Muzio scivola e
solleva la mano
per richiamare a sè
la libertà.
grida lei esasperata
non c'è più fuoco che arda.
e ogni spazio nero
è privato
di fulmini e lampi
e  s'accartoccia sulle ceneri,
delle misere speranze.
ringhia impotente
il vento ad oriente
sui fili del tempo fermo
e la voce dei poveri falchi
stride in un flebile
pigolio.
la terra gela e trema
nel raccogliere le lacrime
persino i passeri arretrano
lasciandogli le briciole.
lo spreco ha le ore contatte
sentenzia un cicerone basso,
ma l'agorà è vuota,colonne
spazzate dall'ingiustizia.
una scopa di saggina nera
s'incurva sul sciolto tappeto
argento di foglie frananti dall'olivo
spaventato dal duro fango.
e s'attende novello il bianco,
ma sotto zero è il cielo,
resta solo sotto acqua corrente
sbiancato d'affanni
tutto il radicchio rosso.
ogni piccolo e storico dettaglio
regola una clessidra
fatta di grani di vetro
che graffiandosi il vello
rotolano sul nuovo anno.

 

 
 
 

scoprimi


"non fissarmi

dai corpo
al mio specchio

c'è una ragione 
intima

nel suo nascere"

 

Le Tue Trecce

 
"prendevi tra le mani uno spago
lungo più del vecchio manto
facevi un nodo, primo avvio
memoria del gesto,
poi iniziva veloce il guizzo
diviso per tre
come un triangolo amoroso
che segue un percorso
di onde uno sull'altro
fino all'estremo ,concluso il lavoro
ritornavi bambina vezzosa
nello sguardo,
poi arrotolavi su se stessa
la prima treccia sopra una tempia
poi lo stesso lavoro sull'altra poi l'incrocio del cordoncino
da una all'altra e per conclusione un fazzolletino nero
a coprirle,
che buffa pensavo
mi sembra una capretta
e giù una risata
e tu con me nonna,
rito,
antico
de sos cuccos"

per dirti mai che m'incanti

ognuno esprime il sé,
le iridi devastano il globo ACQUEO,
solo per te a volte
ghiaccio a tratti il volto,
mi blocca il sensato,
buffe le mie emozioni
che si contendono ll tuo spazio.
ma devo raccogliere
a coppa ferma

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