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blog di brunaccio

C'è!

La prova che c'è dio
l'ho trovata, ce l'ho io
in tutto il mondo e occidente
pio devoto e gran credente
chi ha ha ucciso
per la guerra o all'improvviso
mesto alza sempre una prece
nota anche a chi morto, tace.
 

 

Spinose bandiere

garriscono le bandiere
i dì di festa
per esorcizzare paure
oppure son brandite
dai patri valli di confine
a incoraggiare i timidi
intimorire gli spavaldi
ma son filo spinato lancinante
incartato in cenci colorati
per incantar i semplici e gli onesti.

Lo spettacolo finito.

pupo nel baule dei costumi
tra gli altri dove il puparo
getta ogni fine spettacolo
indifferente i personaggi
come nella vita d'ogni giorno
ai più capita cadere e piangere
e cerco la mano di lei speranza
che sulla scena tenevo stretta
cara in gesto elegante
ma non risponde il braccio
disarticolato inerte nel suo velluto
il filo della giovinezza
che l'animava lo faceva agire
sciolto giace lì d'appresso
forse è finito definitivamente
lo spettacolo ch'era in scena.

Nulla passa davvero

nulla passa e nulla se ne va
tutto s'accuccia nell'anima
e attende il tempo giusto
quando una brezza inattesa
vellica la pelle la mente il cuore
e la vita sembra un'altra
opportunità di cielo azzurro.

Petali

come petali leggeri
teneri delicati i pensieri
volano dall'anima
dopo che il vento
che ci ha scosso
s'è chetato e placido
appagato il corpo
sorride la mente.

Come la pioggia

Scende ogni volta a valle
la pioggia che odora d'autunno
così quel sentimento
che l'humus dell'estate
ha governato nutrito
fatto fruttificare nell'anima
ora maturo per diventare altro
s'abbandona al consueto
e scivola dalle spalle
come l'acqua piovana
che si farà rivolo torrente
ricco fiume che lentamente
nel mare dei ricordi si versa.

Ci sono posti e ragazzi

Ci sono posti e ragazzi a Lajatico (PI)

Qui, dove certi gialli son "terra di Siena" e sottili longilinei bronzetti etruschi funerari, son "l'ombra della sera", dove le ubertose colline a grano, reticolate da verzure spontanee, in teorie di poppe sono ricamate di viti e olivi, dove la modernità avanza spopolandole quasi e distende una solitudine aliena, un nostalgico, romantico poetastro (io) indìce un concorso di poesia per alunni delle elementari, e lo chiama : "Ragazzi di_versi". Quest'anno (è il secondo che si tiene) sul tema "Dalle colline"così scrive, una bambina di 5a elementare:
 
Giulia Quarratesi
 
 
Gli alberi creano contorni
come serpenti
l'erba è più scura tenebrosa
delle colline boscose
contro il chiarore lunare
dei campi arati

La bella poltrona.

Seppur buttata lì
accanto al cassonetto
in compagnia di vecchie
rotte cose abbandonate
avevi l'aria elegante
di nobile sventurata cui
la vita frettolosa incalzante
ha scompigliato il look.
L'architettura raffinata
polito solido il telaio e
di curva in curva ricercate
forme di bell'ingegno
aliena qui tra le modeste cose.
Qual destino ti condusse
così lontano dal tuo naturale
non squarci, né brutte piegature
solo brune macchie rapprese
rossastre, raggrumate
sullo schienale color ghiaccio.

Masticare sogni

E non c'è che la vita
per masticare sogni
titillarsi l'anima
grattarsi la ferita
rimarginata appena e
gli occhi son solo finestre
aperte a volte, altre chiuse
polverose spesso
perché non t'abbia accecare
la luce della realtà.

Libertà

Il vento di maestrale
spazza forte raso la battigia
granuli minimi ruzzolano
andandosi a comporre
onde dietro onde , quasi
circonvoluzioni cerebrali
all'asciutto del mare.
Un ramo contorto
nudo insabbiato fondo
trattiene un lembo rosso
tormentata banderuola sfilacciata
che frusta l'aria
per recitare una prece
e volar via altrove libera
dall'essere rifiuto.

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