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blog di everhere

Pietre di città

 
Pietra su pietra
in bilico ma il verde
resiste e il cielo.

Passeggiata

P1160722

Affogo nel silenzio di spazi
aperti e gli occhi  incontrano brevi
profili scuri di lontane case.
Risponde allo sguardo solo una quercia
solitaria e perduta nel vuoto
grigio di un cielo che d’una sterrata
 ha fatto pozzanghere come buchi
che risucchiano la fredda brezza
che mi sferza il viso. Per tornare
tra gli altri prendo in prestito un sorriso
che mi trasbordi oltre la piatta, ampia
distesa dello scavo fra me e il mondo.

Rewind: 1964

Un passo e un passo ancora
andiamo avanti
                                                                 A branchi lenti
ci avviamo verso le soglie d'un altro
giorno incontaminato e fiero
E
                           nell'attesa
                                                                                       poggiamo la noia
ai ferri logorati del cancello.

Fluttua il futuro

  Fluttua  via il futuro devastato
e alieno come il mare  in burrasca.

Le ombre ossute dei rami sono fuse
in un’oscurità che nella sera
sfuma, la luce lascia tracce in cielo
di pallido arancio e viola screziato.

Una cavità colma di tenebre
si alza e si abbassa al ritmo del respiro.

Sto rannicchiata sotto un tripudio
di ombre. Dopo il viola, indaco e polvere
da sparo, in fondo al cielo,  promettono
pioggia per accompagnare  i sogni
in un tempo diverso che si lasci
disegnare dalle trasparenti dita
di una limpida falce di  luna.

Risalire

DSC02182
 
Sciogliere porpora nei roridi
giardini dei ricordi in una trama
di respiri, staccare dalle mie
 pareti  relitti del passato
fastidiosi come molluschi appesi
alla chiglia corrosa di una nave
ormai affondata. In superficie quindi
risalire, il crespato luccichio
 inseguendo di milioni di lame
di sole per reclamare  libertà
 dal vento e poi avanzare in un oceano
bruno di silenzio e farmi canto.

Ritratto di donna

Traspari gocce
di caldo miele, d'oro
leggera brezza.

Lontano tieni
ombre nere di male
fredde carezze.

Fruscia l'erba d'un sorriso

verde sul Tamigi
 
Fioca spettrale evanescente danza,
malinconica e irraggiungibile,
pallida la luce della sera.
Sento il vento intonare una canzone
oscura. Monotono sfiora il viso,
con una carezza fa stormire
i rami e fruscia l’erba d’un sorriso
alterno. Ombre sfilacciate, i sogni
della notte abitano ancora angoli
nascosti finché il sole s’appende
all’aria come una garza gialla.

Battito lento

Resta pur sempre un battito lento
e inascoltato, il fruscio sottile
inudibile della parvenza
di una vita reale mai sognata.

Gennaio

PICT0071
 
Sordo è il buio delle mattine
di gennaio, trabocca sonnolenza,
m’attira come se sprofondassi
nell’oblio.  Quando non ho difesa,
una corrente di immagini piena
e calda e di pensieri mi trascina
come il guinzaglio un cane frettoloso.

Destino

corda e pallina gialla sulla spiaggia
Oppressa
dalla sincera vacuità
del tutto.

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