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blog di Mariagrazia Tumbarello

questa vita

perchè le tue mani
sembrano puntate
a incrociare destini,
poggiate sulla balaustra del vento
a cercare doppi binari?
quando è stato che l'almanacco
del tempo
ha spostato le sue lancette
prima del tuo arrivo,
prima di quegli alberi

le parole che aspettavano il tempo

lo sai quanto tempo era
che le parole nostre
ci restavano attaccate alle labbra
e la ceralacca dell'ostinazione
non trovava soprassalto
al districo?
ecco,
ora ho sbrigliato tutto,
dipanando
tra i ricordi

volevo solo

sopra
il nostro letto
d'amore
s'è consumata l'ultima perizia
di innamorati,
l'ultima conta di ansimi misurati
e battuti contro il tempo
a contare i secondi che arrancano
alla vita,
mentre mi stringevi le dita

potremmo

potremmo ridere,
amarci,
raccontare
le allodole
che s'attaccano alla testa,
dipingere
le albe auguste
che rovinano al terreno,
e invece
sorvoliamo
miniere inaccessibili,
lastrichiamo
le giornate

rapporti umani

non trovo
gusto
nel dirimpetto slanciato
dei miei paesani
se non per ricamarne
improbabili trame
da film augusteo,
che s'impone ai miei occhi
come allo specchio
traslucido
a convertire
impressioni

passeggi

 
passeggi distratti,
passeggi annoiati,
lo sguardo a tergo
degli altri invischiati
in tenere danze
d'amori vissuti,
in sopori mai morti
di brulli ricordi,
ti tengo per mano
e mi pare che il mondo

t'amerei

t'amerei,
anche se avessi
le ali strappate al vento d'aurora blu,
anche se un cigno malevolo
m'occultasse
la periferia dello sguardo,
e potessi scorgere
solo la luna nera
dei tuoi occhi
che appagano il mondo

dolce decollo

ho dentro
come un bocciolo
di rosa
che stenta il decollo,
attendo l'avvio
che le imprimerò
con dolce fermezza
da regalarlo
alle altezze più chiare

compiaciuto dolore

perchè
del pianto
m'invita, su tutto,
l'albergare quieto
sulle distanze del tempo,
quasi che a cullare
le dita bambine
fossimo ancora uniti,
al di là delle barricate
sospese
tra cielo e opere brulle?

voglie immature

quando apri la mano
a ventaglio
sulle mie voglie immature,
mi sorprendo
a ridere di me
e quel noi vagheggiato e candido
mi sorride ancora,
pulito
come l'iride
impazzita dei tuoi occhi,
che m'abbracciano al silenzio.

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