blog di Nievdinessuno

 
 
Il destino appende
sul dorso farfalle
ciottoli di luce
così ché la notte
non sia più buia

Fumo argenteo
fra le narici
è fato in condensa
melodia zoppa
squarciata la sera
sul volto assente
di una dolce lentezza,
 

Con cura deposto

ricamo d'onde

sulla battigia

e l'orma zoppa

di zampilli

appena amanti,

 

Si deve agli astri

fra le dita incamiciati

la soavità del vino

mosso, irrequieto

sorseggia onde

Stelle danzano
su un’aureola di mosche
e la distanza
chiude ombre
fra le palpebre
come si fa
con un sipario schiuso

Guardando l’upupa
seminare il vento
con simili direzioni
al tormento,
 
vidi speme
tatuata al dorso
di un compagno

Ho dimenticato il vezzo
dondolio di una panchina vuota
che costeggiava la pelle
con rami fiacchi e scuri,
 
il tardo suono

A misera notte
applaudono pareti
come contenitori
di labbra mute,
 
prigioni schiuse
da una sola apnea
suonano il gong

Al petto claudica
un rosso castello di terra
dove la porta
è chiusa a palpiti
in gabbie di lucciole
sorteggiate con la fame