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blog di Rosario

Ci sono

Ci sono
ma non so più chi sono
e non so dov’è
lo sconosciuto luogo
dove ora sono
Ci sono
pazzi in palazzi
palazzine ragazzine
mattoni matti e mattine
matite
appuntite
nel cuore
d’un disperato verso
che ancora viaggia
verso
lo stesso discorso
in cui ci sono
ma non so più chi sono
e non so dove
sono
tutti i pazzi
e matti
in me
mentre ci sono
ma non so chi sono

Luogo affollato

Per gli innuverevoli occhi
negli incalcolabili specchi
viviam
senza guardarci
o toccarci

Perdendoci
poi assenti
in quel luogo altrove
sì troppo cercato
e tanto amato
da rimaner
dannatamente affollato

 

L'ospite

Ho visto villaggi
d'oggi
con porte
sol fatte di vento
e soffitti
fitti
d'inarcate accoglienze
per l'anima ch'entra
sorridente ed un niente
porta e niente si prende
colorita o sbiadita
benvenuta e gradita
dove è solo l'amore
a riempir ogni mano
di quell'unica razza
che è la razza umana

 

Sonata notturna

Fili intrecciati
recintati
recisi
son sordi sorrisi
Soli in notturna
Alleati
alle armi
spari e speranze
cadaveri
bari
eco e silenzi
Baci a nemici
tra mani il mio sangue
non sento più niente
neppure il dolore
d’un mio raffreddore
Ridendo
diranno
altro eroe da risparmio
Fili intrecciati
gomiti e miti
mite è la fine
la luce del giorno
sonata
intonata
cantata e tentata
tra tende di merda
tra tre tradimenti
Parti di Patria
da porti partiti
per sempre perduti
e mai stati perdenti
Fili intrecciati
figli lasciati
madri piangenti
e padri morenti

 

Non ancora

Un’ennesima notte
ha soccorso quest’uomo
Ha trascorso
tra corse
i suoi riposi e pesi
Un ultimo sogno
coperto
da tre fiocchi di vento
ed un sole sperato
Ed ora
accecato di vita
ci si accinge
lentamente
a lasciare un uscio
decidendo
di non morire
non ancora
per ora

 

Inevitabili tramonti

In mare all'imbrunire
vedremo mete e ore
aggiunte o mai raggiunte
comete come tante

Su navi clandestine
supine chiatte piene
saremo noi stranieri
e ladri di pensieri

Poeti o delinquenti
assieme tutti quanti
svelando i movimenti
momenti spinti o spenti

E serreremo al mondo
quell'occhio vagabondo
schiudendo il nostro nulla
o dando a Dio la folla

 

La preda

In preda
alle più pigre strade
fui madre
con i miei soli d’aria
E padre
eterno e a mente mia
m’addentro
sui suoi sospiri ed impari
Imparo
quei timpani nei tacchi
mi stacco
con tocchi ad occhio e croce
Nei muri
ridotti in crepe sfitte
riletti
dal fine fino agli ossi
Son orso
ed arso dai rimorsi
fui perso
presso qualsiasi morso
In preda
a dritte vie mal dette
m’imbatto
felice io il carnefice
Son figlio
di tutti i giorni morti
fraterno
con lo straniero perno
In preda
alle più pigre strade
son grigi
i miei difetti o pregi
In preda
all’avventura dura
approdo
lì dove trovo cura
La preda
o pietra della vita
affina
il cinico mio scandalo
E scaldo
un latte ad alto importo
lo sconto
e poi mi scontro a torto
In preda
alle mie piaghe e pieghe
io prego
in piena affondo e affido
Quest’arte
impoverita a parte
affranca
chiunque e me compreso
Affranto
e lacero è il mio manto
non mento
scultore son del marmo
In preda
creatività composita
folleggio
in rima d'un dileggio

 

Le ronde

Io
e l’amico mio soldati
avvolti
da mimetiche in anfibi
portiamo in braccio
pallottole innocenti
che dormono nel grembo
delle loro madri armi
Marciamo
delimitando
un confine da difendere
a guardia di una patria
poteri e proprietà
E’ notte
ed il silenzio ci accompagna
in questo turno
da cui solo tornerò
per rivedere
ancora rondini
che non sanno
cosa vuol dir
morire
mentre
giravano le ronde

Crescere

 
 
Pronto
son corso

a spaccarmi gambe
Implorando sangue
ed inghiottir le lacrime
Ho raccolto
gli urli strazianti
e soffocati in vita
Da
non poter chiamarti più
mamma
 
 
 
 

Sguardi in abisso

 
 
Dall'abisso d'ogni sguardo
ciechi oceani cercan cieli
nello sguardo d'ogni abisso
dove cieli oceani celano
 
Baran baratri di luce
nelle oscurità impaurite
sulle superfici tenebre
bere oblii
d'un Io profondo

In abissi sguardi chiari

occhi neri di malori
raggi in diametri smarriti
dagli abbandonati amati

Negli accesi abissi bassi

ceri e fede defraudati
con imperativi privi
d'ogni florilegio
in plagio"

 

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