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blog di tiziana mignosa

Zero

 
L’amore senza amore
è come un corpo senz’anima
involucro attraente
che ha smarrito la sostanza.
 
Ghiaccio arroventato
si scioglie con la calura
guardando in fondo all’occhio
c’è solo vuoto e fuga.
 
Sulle lancette esegue l’ardito ballo
passione senza battito
illude impacchettando
il tondo dello zero.
 
tiziana mignosa
novembre 2009
 
 

L'Amore si legge negli occhi

 
(Sulle note di The Song of the Sun” di Mike Oldfield)
 
Sentirti è come vento
quando il nero delle nubi soffia via
fremito
lungo la schiena
occhi vogliono occhi.
 
So bene che mi osservi
oltre il muro spesso del timore
gocce di rimpianto annuso e tenerezza
mentre il sentiero tracci
dove hai esiliato il cuore.
 
Ma l’Amore
quand’è vero 
in fondo agli occhi giace
anche quando bocca e fatti
decidono di farsi attori.
 
Invisibili viaggiatori mi vengono a cercare
onde calde
di pensieri fluttuanti
annidandosi nella mente
fortificano antichi nodi
 
e mi ritrovo
spalmate sulla pelle
filigrane di silenti nostalgie
che annullando ogni dolore
raddoppiano le mie.
 
tiziana mignosa
gennaio 2010
 

Scissione

 
 
(Sulle note di Love di John Lennon)
 
Senza respiro
ho osservato quei minuti diventare ore
e le ore sbocciare in giorni dalle pesanti tende.
 
Giorni
sedimentati sotto altri, inutili giorni
e anni inseguiti da nuovi anni.
 
Tempo
impastato a silenzi
e attese senza riscontro d’infinite gocce d’ acqua.
 
Acqua
senza scampo scorre
sponde che sulla terra dei perché s’allontanano.
 
Terra
lacerando l’anima si strappa
rigagnolo che separa particelle smarrite.
 
Torrente
che fiume diviene
e fiume,  vastità di lago.
 
Occhi
ormai sbiaditi
sorgente del mare.
 
tiziana mignosa
dicembre 2009

L'ispirazione

 
L’ispirazione è come il fiume che ti passa accanto
ogni tanto si muove trasversale
di Luce allora va ad alimentare
zolle che presto si faranno cielo.
 
Scorre, e a volte neanche ci fai caso
ma quando scegli d’attingere dal suo bene
t’accorgi che possiedi solo un cucchiaino
e tutto il resto lo vedi allontanare.
 
tiziana mignosa
dicembre 2009
 

Chi sei?

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Davvero pensi
che io non sappia chi tu sia
angelo vestito da diavolo
anima dalle tasche vuote
che tra fumo e nuvole erra.
 
Pesando il tempo
hai impacchettato il sole
e lo hai nascosto in fondo all’ultimo cassetto
sbattendo le porte alle tue spalle
hai scelto il buio.
 
Parlano i tuoi pensieri
inutili fazzoletti per l’immensità dei laghi
e me li ritrovo intorno
ogni volta che il dito tuo indugia
tra quei numeri che non riesci mai a toccare.
 
Hai indossato vesti scure
tessute col gelo della neve
e fili spessi di silenzi
negando il battito
l’hai soffocato di baldoria.
 
So bene chi sei
ti ho annusato col sentire
mentre in tondo giri a quel cassetto
e al sole torni
perché non puoi dimenticare.
 
A te
che pensi
che io non sappia chi tu sia.
 
tiziana mignosa
dicembre 2009
 

I tre vassoi

.
L’uno è solitario
ma quando il secondo scatta
corre voce che sempre sia seguito
dal successivo tre.
 
Non c’è due senza tre
il motto dice
come le occasioni
che sono state date a te.
 
Infatti a volte nella vita
visto che siamo un po’ maldestri
quando saltiamo l’opportunità
il Cielo ci sorride con la seconda possibilità.
 
Sarebbe meglio però evitare di pensare
che siano strade senza fine
se poi non si vuol fare
la fine che è toccata a te.
 
Tre sono i vassoi
argento e bene dentro
che uno dopo l’altro
ti sono passati accanto.
 
Ma invece d’afferrare
di gentilezza i doni
gli hai mollato un pugno sotto
senza la benché minima spiegazione.
 
E visto che non conosci l’alternativa al motto
col tre si chiude il giro
non ti rimane allora che contare gocce e attese
sul pavimento e il latte.
 
tiziana mignosa
dicembre 2009
 
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Il giocattolo rotto

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( Sulle note di evanescence my immortal di Enya)

Come velluto lacerato nel roveto
di irti spini
qualcuno le ha strappato
quella parte di sé che più non trova.

Sorriso stampato e capelli spettinati
è un giocattolo rotto
piccola bambola di pezza
tradita dall’amore.

Si è inceppato il meccanismo
che riscalda la sua pelle
mentre  uomini senza occhi ammirano bellezza
ciambella che è solo centro.

Amore senza desiderio
rimbomba come suono senza nota
cacciatore è lo sguardo smarrito
di sogni di vapore.

E’ affondato il suo cuore
si è dissolto nel gelido lago di un Natale lontano
quando l’inverno odorava d’estate e leggerezza
e le risa riempivano l’aria di gioia.

Eppure
 
ogni tanto rovista ancora
nelle tasche bucate dell’abito più bello
quello che indossava nelle notti di luna piena
dea che all’Amore cantava.

Come sotto l’albero del sole
cerca e trova
piccoli frammenti acuminati
di un amore dalle ali di piombo

stretti fino a far male
illusoria speranza
di ricomporre l’autenticità
del suo sorriso assente.

tiziana mignosa
dicembre 2009

http://www.youtube.com/watch?v=fCjA3fs7inQ

E intanto il tempo si divora

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Conosco quello che senti
perché lo sento anch’io
quando il luccichio brucia forte forte gli occhi
e dentro ti corrode il vuoto

echi scoordinati sulla cava roccia
precipitano sul silenzio.

Conosco quello che provi
perché lo provo anch’io
quando col vestito della festa
ingoi la muta goccia

e intanto il tempo si divora
straripando tutto e nulla.

tiziana mignosa
agosto 2009
 

Colpevole!

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Lasciala andare vita
abbi pietà di quest’anima
che vive senza respiro.

Nulla
lei non ti chiede più nulla.

Ogni aspetto è un’illusione
anche il dolce sorriso che oggi c’è
e domani sboccia altrove
perfino l’intreccio buio di questo sfinimento
che di fuoco e lacrime
incide il suo tormento.

E mentre l’accusa
di rabbia sgrana gli occhi sull’amaro fallimento
spietata arriva la sentenza:
colpevole di non provare niente!

tiziana mignosa
aprile 2009
 

Amore di burro

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(Sulle note di Moonlight di Yirume)

Quando un amore s’interrompe senza finire
è come un giorno difettoso che all’alba muore
desiderio come burro al fiele
annega dentro il latte a colazione.

Con gli occhi appena schiusi e la brama d’afferrare la tua gioia
senza il fardello che giunge quand’è sera
s’è già conclusa l’intera giornata
e non l’hai neanche assaporata.

Gioco d’artificio assai spedito
t’esplode senza aspettare nel taschino
bambino promettente che a casa fa ritorno
perdendosi però d’essere adulto.
 
E’ il cerchio variopinto 
che ha smarrito la sua coda
e senza essere vissuto
è il sogno più lucente evaporato nell’attesa.

tiziana mignosa
novembre 2009 

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